Bollette gonfiate, assurdità nel decreto?

di alex il 1 Marzo 2006

A prima vista mi sembra una panzana clamorosa. Sapete del decreto ministeriale appena uscito per regolare i servizi a valore aggiunto, vero? Bene, lì si parla tra l’altro di dialer, a cui viene posto adesso un costo massimo e altre regole. Non solo, sorpresa: vengono regolati ora anche i servizi a valore aggiunto su banda larga. Almeno così dice il Sole24Ore di oggi citando proteste dei consumatori contro questa regolamentazione.

Ecco che si legge

I servizi a sovrapprezzo includono anche quelli realizzati con connessione ad Internet sia in modalità “dial-up”, che prevede l’identificazione del fornitore di servizi con una numerazione, sia in modalità “packetswitch”, che prevede l’identificazione del fornitore di servizi con un indirizzo IP.
Secondo il Sole la seconda modalità è “banda larga”.

Ok, è un aspetto del decreto che finora è sfuggito alla stampa. I dialer tradizionali funzionano tramite numeri (li conosciamo bene) e non vanno su Adsl, che infatti non si basa su un “dialing” di numeri. Su queste connessioni “a commutazione di pacchetto” (packet switch) invece i fornitori non sono identificati da un numero ma da un indirizzo IP. Il Sole24Ore riporta le preoccupazioni dei consumatori, secondo cui adesso il decreto apre lo spettro di pericolissimi sistemi gonfia bolletta basati su Adsl. Parola, quest’ultima, che però non appare in nessun modo nel decreto. In realtà è un mistero grande come una casa. I dialer tradizionali non funzionano su Adsl e non sapevo ci fossero dialer in grado di deviare la tua connessione Adsl… Cioè, non possono cerlo farla deviare dal tuo provider e costringerti a connetterti con un altro operatore (la tecnologia adsl non lo permette, la portante adsl resta associato a uno e un solo operatore). Però forse possono forzare la tua connessione a collegarsi a un IP? Ok, questo è fattibilissimo, lo fanno molti virus, ma poi com’è possibile, se non c’è stata chiamata, che da questa connessione possa risultare un danno in bolletta?
Si noti che tutte le connessioni a Internet sono di norma “packet switch”; il traffico viene diviso a pacchetti. A commutazione di circuito non è il dial-up, ma solo le chiamate voce e l’antiquate connessioni Internet mobile via Gsm.

Da Wikipedia
The most well-known use of the packet switching model is the Internet, which is a packet-switched network, running the Internet Protocol layer 3 protocol over a variety of other network technologies. Ethernet, X.25 and Frame relay are international standard layer 2 packet switching networks. Newer mobile phone technologies such as GPRS and i-mode also employ packet switching.

La mia opinione? Il MInistero ha scritto una cosa senza senso: come si fa a distinguere tra connessione a Internet dial-up e modalità packet switch? Resta il mistero su quali siano questi fantomatici dialer packetswitch. Inoltre, non capisco perché i consumatori sono preoccupati. Se non esistono, pace. Se esistono, meglio che sano regolati, no? Oppure volevano che fossero vietati in assolluto, perché temnono non si possano bloccare, in quanto, scrive il Sole, si attivano “senza digitare numeri”? In ogni caso un router, un firewall può certo bloccarli (ammesso che esistano).

{ 9 commenti }

Fabio Metitieri Marzo 1, 2006 alle 4:17

Oh, il dial up, secondo te, sarebbe “packet switch”? Be’, Longo, e meno male che sei un esperto di telecomunicazioni….

Il fatto e’ che i sistemi di telecomunicazioni sono sempre strutturati a strati, ciascuno dei quali riceve dei servizi da quello sottostante e ne fornisce a quello sovrastante.

Il dial up e’ una commutazione di circuito. Il Pc, tramite il modem, compone un numero di telefono e quindi la rete telefonica stabilisce e mantiene una commutazione di circuito tra il Pc e il terminal server dell’Isp, per tutta la durata della connessione.

Una connessione fisica e diretta tra i due Dte, con quelli che una volta erano i rele’, che collegano permanentemente dei doppini, esattamente come capita con una chiamata voce o con il Gsm (con il Gsm piu’ o meno, in effetti, perche’ in mobilita’ la commutazione del circuito e’ piu’ complessa).

E infatti, il tuo telefono risulta occupato e in bolletta gli scatti vengono addebitati come una normale telefonata. Poi, _sopra_ a questo circuito commutato, viaggiano i pacchetti, cosa di cui il circuito commutato e’ del tutto ignaro.

Piu’ che altro, si dice switched o al limite switching. “Packet switch” fa pieta’… e poi, confusione delle definzioni a parte, avrebbero potuto scrivere in italiano, in una normativa italiana.

Comunque, finalmente i dialer “nascosti” saranno vietati. Wowww… con qualche anno di ritardo, giusto 5 o 6, ma forse ce la faranno.

Naturalmente e’ tutto merito delle denunce di mantellni sul suo blog. Un’altra formidabile vittoria dei blog. Come mai non ha ancora scritto un post per sottolinearlo?
😉

Ciao, Fabio.

ferd Marzo 1, 2006 alle 7:24

Come spesso accade, il legislatore e chi stila i regolamenti non e’ un tecnico. Ma lasciami sottolineare una cosa che, secondo me, sai già. La chiave di tutto è in questa frase:
“I servizi a sovrapprezzo includono anche quelli realizzati con connessione ad Internet …”.
Quindi, il legislatore ha concepito il regolamento, non l’ha fatto in primis per le connessioni ad Internet. L’ha fatto “anche” per queste ultime. In cui ha inserito, con una frase, tutte le possibilità. Verosimili (dialers su dialup) e non. E questo per un meccanismo che dovrebbe scattare sempre, ma che non tutti ricordano, al momento di stilare un disegno di legge, o un regolamento in questo caso: prevedere utleriori possibilità. Qui magari si è andati un po’ nel fantascientifico, ma nell’ambiente giuridico non è raro. Serve solo per pararsi il culo.

Stefano Marzo 1, 2006 alle 9:05

Potrebbe essere verosimile (e forse anche conveniente) che gli ISP possano offrire un servizio di “micropayment” che consenta ai clienti di avere addebitati sulla bolletta del servizio di accesso anche i costi di iscrizione ai vari siti a pagamento (dai giornali ai siti porno). Questo sarebbe probabilmente un “servizio a sovrapprezzo” su rete a pacchetto.

BTW, che differenza ci sarà fra “contenuto pornografico”, permesso con “controllo selettivo” (del fatto che l’utente sia maggiorenne ?), e il “contenuto osceno”, che è invece vietato ??

alex Marzo 1, 2006 alle 14:06

Grazie Fabio del chiarimento, non ci avevo pensato che in effetti la chimata al pop fosse una commutazione di circuito. Ieri era anche un’ora tarda :d In effetti devi sapere che ho iniziato questo mestiere quando già avevo l’Adsl (2000), una delle prime in Italia.
Visto cehe ci sei, ci spieghi quali sarebbero i “dialer” (anche sen diallano) su connessioni Adsl?

Fabio Metitieri Marzo 1, 2006 alle 18:02

Alex, i dialer su Adsl non esistono. In effetti, anche se ti colleghi a una webcam porno (Ok, non lo faccio da un paio di anni, ma non credo che la tecnologia sia cambiata molto), o ti chiedono di buttare giu’ Adsl e di connetterti via modem dial up (cosa che – per quanto ne so – non riescono a fare con un programmino nascosto, devi proprio deciderlo e farlo tu, o almeno dare un clic di assenso che e’ abbastanza esplicito), oppure ti chiedono altre forme di pagamento, ma in bolletta non ti puo’ essere addebitato proprio nulla, finche’ sei connesso via Adsl.

Non ho letto il pezzo del Sole e le proteste degli utenti, ma parrebbe proprio aria fritta.

Pero’ anche io, ieri, dando una scorsa al decreto, ho fatto la stessa ipotesi che avanza Ferd qui sopra: un decreto deve generalizzare.

Forse hanno legiferato pensando molto astrattamente alla possibilita’ di fornire servizi a valore aggiunto anche via Adsl, cioe’ via Web, ma con pagamenti, appunto, tramite mezzi diversi dalla connessione dial up, per esempio telefonando (voce) a un numero a pagamento (io ne ho usato uno, per pagare un sito di Mp3).

Ciao, Fabio.

alex Marzo 1, 2006 alle 18:11

Già Fabio, dici cose che anchio io sapevo; sul Sole si paventa la possibilità di servizi a pagamento invisibili (senza bisogno di digitare numeri né manualmente né automaticamente, si legge) che colpiscono le connessioni Adsl ma mi sembra che le preoccupazioni dei consumatori siano infondate, come dici tu. La bolletta telefonica e l’Adsl sono due cose separate…Il solo che può di fatto addebitarti qualcosa in bolletta è il provider usato per la connessione. Cioè tu acquisti una cosa, da quel provider, stando connesso con la tua Adsl e poi ti ritrovi l’addebito in bolletta (capita con Rosso Alice se usi l’Adsl di Alice, mentre appunto se usi altre Adsl devi pagare con carta di credito).
Non so; forse in futuro è possibile che i provider facciano accordi con fornitori di contenuti in modo che tu possa acquistare da questi ultimi qualcosa e poi trovarti l’addebito sulla bolletta Adsl. Ma per ora è prematuro.

aghost Aprile 5, 2006 alle 14:21

>>Non so; forse in futuro è possibile che i provider facciano accordi >>con fornitori di contenuti in modo che tu possa acquistare da >>questi ultimi qualcosa e poi trovarti l’addebito sulla bolletta Adsl

li faranno di sicuro! Scusate ma fino adesso Telecom Italia ha gestito fior di miliardi di fornitori di “servizi” addebitandoli nella SUA bolletta. Nella telefonia normale funziona cosi da decenni, nel momento in cui adsl sarà abbastanza diffusa si inventeranno qualche gabola.

graziella cataldo Agosto 22, 2008 alle 20:58

Ciao Raniero sono una tua ammiratrice,mi chiamo Graziella Cataldo molto piacere. Vorrei sapere se con Mirela continuerà il vostro fidanzamento.E vorrei sapere anche da quanto tempo siete fidanzati…Vorrei che dicessi a Mirela di diventare più bella…rispondi…Tantissimi Baci…GRAZIELLA

Salvatora Aprile 5, 2009 alle 16:13

ancora oggi non capisco, a volte non fà piacere che un povero uomo venga trovato a “rubare” rete libera ovvero non protteta da una chiave di rete, ma la colpa non dovrebbe certo ricadere sul signore, che secondo quanto si dice alla fine abbia fatto ben pocchi danni, ed alla fine restare attaccati alla rete libera significa solo rallentare chi ha il router non protteto??? o mi sbaglio??

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