La Rai e internet nel tira e molla

di alex il 13 Gennaio 2007

In edicola c’è per l’espresso un mio pezzo che cita passi del nuovo contratto di servizio rai: la versione approvata dal consiglio di amministrazione e non la bozza che erroneamente è stata pubblicata sul sito del governo. Le associazioni consumatori e alcuni blogger gridano al tradimento. Io sarei più cauto nei giudizi. Comunque è una svolta rispetto alla miseria e all’ottusità con cui è stato finora sovvenzionata la parte internet in Rai (0,2 per cento del bilancio). Profonda miopia di gente che non vede altro fuori dal tubo catodico e se ne frega che all’estero già gli editori Tv puntano tantissimo sui nuovi media. Il nostro ministero ha spinto tanto per rimediare al problema e il nuovo contratto alla fine è un compromesso tra il nuovo e il vecchio, tra l’innovazione e la gerontocrazia. Mancano impegni precisi nel nuovo contratto, quindi adesso sarà decisiva la pressione del ministero a far sì che la rai tramuti le vaghe promesse in fatti, cioè investimenti in internet. E poi, mi dicono, c’è ancora spazio per riottenere nel contratto alcune innovazioni stralciate, come i creative commons o un impegno finanziario più preciso. Stiamo a vedere. Alla rai sono vecchi ma, spero, non così stupidi da perdere il treno dell’innovazione, laddove i concorrenti (Sky e persino Mediaset) puntano già di più. Il punto è che è importante che innovazione la faccia il servizio pubblico e non i privati: è una missione di universalità che DEVE estendersi anche ai nuovi media e alle nuove generazioni, altrimenti resta davvero lettera morta.

{ 3 commenti }

mauro Vergari Gennaio 14, 2007 alle 10:34

Basta con il detto “chi si accontenta gode”. Il mezzo televisisivo, come cita il Prof. Zecchi oggi su Giornale.it è “lo strumento di informazione più potente che ci viene messo a disposizione dalle moderne tecnologie. La comunicazione di massa televisiva è anche lo strumento culturale più efficace nel formare e orientare l’opinione pubblica.” Non possiamo far finta di nulla. Prima si pubblica un testo poi si rende ufficiale uno molto meno innovativo e soprattutto un testo che fa l’elencazione di buoni propositi che si relizzaranno solo se i “capi” vorranno. IL cpntratto di servizio RAI fino ad ora non è mai contato molto, finalmente si è capito che è il contratto fra chi paga il canone (i cittadini) e chi attua il servizio pubblico. QUINDI DEVONO ESSERE TUTTI CONCORDI con quanto inserito al suo interno. NOn èun contratto unilaterale. Che diciamo a coloro che continueranno a non potere vedere i programmi RAI in digitale sul satellite? Che diciamo ai cittadini diversamente abili che vedono diminuire considerevolmente i loro diritti? Che diciamo ai cittadini in merito agli strumenti di controllo della realizzazione degli abbiettivi del contratto che verrà fatto invece dalla stessa RAI? Che diciamo ai cittadini che per vedere ed utilizzare i contenuti RAI gia pagati attraverso il canone, dovranno ancora pagarli per diventarene proprietari, visto che non ci si apre al diritti liberi? Non mi sembrano poche cose, alle quali rassegnarsi perchè oggi sembra un contratto scritto meglio di ieri .NO! E’ora di indignarsi

k Gennaio 22, 2007 alle 2:46

La RAI deve essere venduta all asta.
Perche se per caso quei bastardi verranno a chiedermi il canone per il loro portale WEB,
soltanto perche io ho il monitor collegato al computer, quale a sua volta collegato al Internet tramite connessione satellitare bidirezionale, tutto sara grazie al allargamento verso il WEB di quel colosso mendicante.

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