Net dipendenza, una clinica. Mah

di alex il 20 Ottobre 2008

Ha qualcosa di umoristico la notizia (ennesima) sulla net dipendenza, questa volta con tanto di clinica che sta per aprire in Italia.
Quello che più mi fa perplesso è il criterio con cui è definito il net dipendente, ai fini statistici

“L’1% dei ragazzi intervistati è stato classificato come ‘utente dipendente’ e sono quelli che conoscevano in dettaglio tutti i termini informatici e li usavano anche nelle conversazioni off-line. Il 16% è risultato ‘abusatore’ (e aveva una buona conoscenza dei termini di internet e li usava discretamente anche nel parlare quotidiano), il 28% è risultato ‘a rischio’ (aveva sufficiente conoscenza della terminologia e assiduo uso), il 42% è risultato ‘problematico’ evidenziando cioè i primi problemi legati alla rete (aveva discreta conoscenza dei termini ma scarso uso), il 13% e’ risultato ‘regolare’ (mediocre conoscenza del vocabolario e uso assiduo nelle conversazioni off-line)”

{ 5 commenti }

Fabio Metitieri Ottobre 20, 2008 alle 18:41

Tutte buffonate, tentativi di fare soldi sulle paure delle mamme o sulle gelosie del partner trascurato.

Non so quante volte ne ho scritto, ormai, anche di recente. E’ in almeno due versioni dei miei libri, ho fatto tre o quattro interventi sulla Radio Svizzera, anche di recente, una pagina intera sul Corriere del Ticino l’estate scorsa, probabilmente in passato ne ho parlato su qualche specializzata, e ho scritto infiniti interventi on line.

Eppure, nulla da fare: l’Internet Addiction piace.

Piace ai media, moltissimo, perche’ tutto cio’ che e’ pericolo o perversione fa vendere, ma piace anche a molti psichiatri e psicologi, anche in Italia, anche seri, anche a quelli competenti, che lavorano da anni nei centri per le tossicodipendenze. Negli Usa ne hanno proposto la primavera scorsa l’inserimento nel sacro manualone delle malattie mentali, e con motivazioni e dati a dir poco ridicoli.

Se ne parla dal 1995, d’altra parte, di dipendenza da Internet, e 13 anni dopo si stanno ripetendo esattamente le stesse cose tirate fuori 13 anni fa, e mai provate.

Io sto seriamente pensando che informare e fare divulgazione in ambito Internet non serve, e’ inutile.

Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri

alex Ottobre 20, 2008 alle 18:58

Serve, serve, non demordiamo, prima o poi i disinformatori saranno isolati

Giovanni Garofalo Ottobre 21, 2008 alle 22:45

Concordo in parte con Alex che non dobbiamo (dovete voi giornalisti più di tutti…) demordere, sopratutto in questo momento in cui la gente è parecchio confusa e si fa travolgere senza precauzioni da fenomeni come Feisssbuuccc (azz, +670% in un anno!!!)
La mente umana resta comunque cosa ancora sconosciuta…non tanto perchè può essere impreparata a gestire argomenti Internet e/o correlati, in quanto non auto-produce quelle barriere protettive e quei filtri sufficienti a scremare i flood di informazioni che riceve in così poco tempo. Menti che vengono portate inevitabilmente a dare qualche segno di squilibrio e/o anomalie; non certo vengono indotte al ricovero in TSO come umoristicamente segnalato.
Pare che la persona deve essere predisposta geneticamente per soffrire di questi ben più gravi problemi mentali.

Fabio, mi farà piacere leggere i tuoi scritti…non ti offendere se me li farò prestare; mi hai incuriosito….ma su Internet penso che qualsiasi problema, moda e tendenza vengono amplificati esageratamente (ad esempio anche quando ti accorgi di aver comprato un cazzata su eBay…) poichè è il numero di persone che questo strumento raggiunge che fanno la differenza rispetto una testata giornalistica o una radio privata.
E’ statistico e sarà sempre peggio visto che non siamo tutti interconnessi (alta o bassa velocità che sia…) e visti gli allarmi relativi alle future mancanze di risorse di rete…prova a pensare di spegnere tutti i router di chi chatta e si manda le cazzate la sera; non dico in orario d’ufficio…immagina cosa succede 😀

In merito ai disinformatori Alex, posso avere degli esempi?
E’ sempre civile ed educato fare nomi e cognomi quando qualcosa non quadra, a costo di sembrare “rompiscatole”.
I gionalisti veri dovrebbero esserlo, a costo di toccare la sensibilità altrui; sono loro i nostri paladini dell’informazione!
Come ben sai, ODIO quei giornalisti che fanno sparire i Blog e i Forum utili alle rispettive comunità che li utilizzano, o quelli che si fanno intimorire da chi fa la voce grossa o ancora come quelli che pensano solo alle proprie comunità per meri fini commerciali.
La soddisfazione è che queste vere menti perverse si isoleranno da sole, senza nessun aiuto esterno…basta non dargli ascolto o accreditarli; così gli passa la voglia e vanno a zappare la terra….

Saluti 😀

Fabio Metitieri Ottobre 31, 2008 alle 23:38

Mah…. Che schifo….

PAOLO ATTIVISSIMO, che si spaccia per esperto anti-bufala, in una trasmissione sulla Radio Svizzera (30 ottobre 2008, Millevoci) si e’ trovato di fronte all’esperto di un centro per le tossicodipendenze che ha detto di NON avere ancora avuto segnalazioni di problemi di dipendenza da Internet, nonche’ di uno psicologo che inizialmente ha cercato, ragionevolmente, di spostare il discorso parlando di interazioni sociali in Internet.

Ma ATTIVISSIMO, pur di non contrastare il solito fantomatico rappresentante dei genitori, invece di chiedere DOVE stanno i 70 mila svizzeri malati di dipendenza di Internet (e altri 110 mila a rischio, sempre secondo la trasmissione), prima ha suggerito di usare quella BUFALA del questionario online di Kimberly Young…. E poi ha parlato di “SINDROME” (sic) che distorce i processi di conoscenza nelle giovani generazioni.

Poi in trasmissione e’ finito di tutto, i genitori che non seguono i bambini, chi usa solo Internet e non va piu’ in biblioteca, la disinformazione in Rete, la necessita’ di insegnanti specializzati, il vizio di gioco, la mancanza di etica, e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, una schifezza dopo l’altra…

Infine, ATTIVISSIMO ha precisato meglio e con maggior chiarezza, in chiusura, che la dipendenza da Internet ESISTE ed e’ PERICOLOSA perche’ viene banalizzata e perche’ e’ socialmente simile a quella da ALCOOL.

Cosa non si fa per compiacere gli interlocutori in una trasmissione radio, ed essere invitati ancora…. Bleeeah.

Ma l’dea dell’esistenza di una DIPENDENZA da Internet (parola straripetuta in trasmissione) e’ comunque passata, descritta come analoga non solo all’abuso di alcool ma anche all’abuso di droga. Idem, e’ stata data per scontata l’esistenza dei fantomatici 70 mila malati svizzeri, che nessuno ha messo in dubbio.

Ascoltare per credere:
http://podcast.rtsi.ch/ReteUno/Tipi/30-10-2008-Millevoci-InternetetDroga-N.Colotti.mp3

Del resto, pochi giorni fa ci aveva pensato ANTONIO SOFI – un altro che evidentemente parla sempre senza mai essersi documentato – a bersi come oro colato e a tramettere nel suo podcast (23 ottobre 2008, negli ultimi 3 minuti) le palle di una psicologa senza chiederle riscontri e senza manco fare conti molto banali (il 5-13% dei navigatori fanno un uso patologico della Rete? Con anche incubi notturni? In tutto il mondo? E dove stanno???). E meno male che loro hanno parlato di “pregiudizio tecnologico” dei media. Pero’ subito dopo hanno avvallato l’utilita’ dei centri di disintossicazione da Internet.

Anche qui, ascoltare per credere:
http://www.apogeonline.com/webzine/2008/10/23/25/200810232501

Bene, questi, ATTIVISSIMO e SOFI, sono dei se-dicenti esperti di Internet….

Ecco perche’ inizio a pensare che informare correttamente, su alcuni argomenti, serva veramente a poco.

Il pubblico vuol sentir dire che Internet e’ il male, e stop, quello fa audience, quello fa vendere, quello fa guadagnare i fantomatici centri di disintossicazione da Internet. E questo bisogna dire al pubblico, come fanno tutti, Attivissimo compreso (che evidentemente non ha mai manco letto Young) e Sofi compreso (che non sa manco far due ragionevoli conti sulle percentuali).

Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri

Moshe Agosto 12, 2019 alle 21:29

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