Alcuni pensieri sul V-Day di Grillo

di alex il 8 Settembre 2007

V

Se ne parla tanto, soprattutto in rete; come riflette Gilioli, meno sui giornali che così confermano un indissolubile impopolare legame a doppio filo con i partiti.
Vorrei fare alcune riflessioni di fondo, fatta salva l’innovazione che c’è dietro il V-Day- primo evento politico italiano ad avere Internet al centro.

1)Ha fatto tanto rumore il modo con cui il V-Day è stato condotto, i cantanti, la bella gente che c’è stata eccetera e si è discusso poco del fine di tutto, del progetto di legge. Eppure è una cosa su cui bisognava riflettere (anche attraverso i giornali): serve a portare avanti una proposta di legge per a)negare la candidatura ai politici già condannati in via definitiva b) impedire la rielezione per più di due legislature c)ridare all’elettore la possibilità di esprimere una preferenza diretta per il candidato.

Il punto più critico mi pare A). La proposta è troppo generica- conta anche una condanna per rissa con gli amici quando il candidato era 18enne? Bisognerebbe stilare un elenco dei reati in questione.

2)Se anche passasse la legge, temo che avrà il contro-effetto di aumentare le assoluzioni ingiuste dei politici. Visto che dall’assoluzione dipenderà la permanenza del politico in parlamento, il sistema politico farà di tutto per ottenerla dai giudici per i propri beniamini. Pessimismo? Credo solo che quando il sistema è marcio può produrre solo altro marcio per tutelare se stesso.

3)Ricordate Montesquieu? E’ necessario separare i tre poteri. La legge di Grillo invece indebolisce il parlamento, mettendo la rappresentanza politica ai piedi della magistratura e delle forze dell’ordine.
Per il principio del marcio (vedi punto 2) è più facile che quella legge venga usata per fare fuori politici scomodi, con condanne ottenute ad hoc. Il che tra l’altro indebolisce le strutture che ci tutelano da un ritorno a una dittatura (è passato meno di un secolo, ma la gente ha la memoria corta).
Pessimismo? Speriamo.

{ 40 commenti }

Filippo Ronco Settembre 8, 2007 alle 17:58

Secondo me il punto A) va benissimo così com’è, senza specificazione di reato alcuna. Se vado a guidare i jet non gliene frega una mazza se ho una carie guarita, non ci vado e punto. Se voglio andare in parlamento a rappresentare gli elettori, devo essere immacolato. Non mi sembra ci sia nulla di sbagliato in questo, ANZI!. Il tuo pessimismo parte dal presupposto errato che tutto il mondo sia marcio. Intanto avremmo l’immediato risultato di vedere FUORI dal nostro parlamento i condannati in via definitiva per reati certamente peggiori rispetto alla rissa tra diciottenni. Ci vuole uno starting point e a me questo sembra ottimo. Poi a rifinire si fa sempre a tempo ma non smontiamo sempre le iniziative BUONE con scuse prive di concreto fondamento. Ciao, Fil

antonio vergara Settembre 8, 2007 alle 18:03

no direi ragionamento corretto

Filippo Ronco Settembre 9, 2007 alle 13:01

Aggiungo che la tua giusta osservazione al punto 2), mi sembra venga annullata dal punto b) della proposta. Che senso avrebbe infatti, forzare sulla magistratura per stare o non stare in parlamento (in base ai reati per i quali si viene condannati), quando i processi, 9 volte su 10 sarebbero comunque più lunghi delle 2 legislature consentite ? Ciao, Fil.

alex Settembre 9, 2007 alle 13:19

In rtealtà se fossimo in una democrazia ideale o almeno quasi basterebbe il punto C.
La gente prima di votare si informerebbe e non voterebbe deputati con precedenti penali o coloro che già sono da troppi anni deputati

Francesco Barbero Settembre 10, 2007 alle 14:51

Direi che del v-day approvo tutto… esclusa buona parte del progetto di legge…. che ne è il cuore! 😀
Beppe Grillo fa bene a proseguire la sua salutare opera di provocatore, ma non condivido i punti a) e b).
Il primo farebbe distinzione fra cittadini di serie A e cittadini di serie B, cioè fra chi è già stato condannato e chi no.
Per quale motivo non potrei adoperarmi nella politica, se, a termini di legge, ho pagato per il mio sbaglio con la relativa condanna? Un errore del mio passato dovrebbe forse segnarmi a vita? Tanto varrebbe marchiare con un ferro rovente tutti gli ex condannati, al pari delle mucche, così da renderli riconoscibili. Sarebbe parimenti umiliante!
Il punto b) è altrettanto incomprensibile… se un buon politico è un buon politico, non vedo perchè non possa procedere nel suo lavoro a oltranza, se riconfermato dagli elettori.
Deve essere risvegliato l’interesse per la politica, che ultimamente langue. Deve essere risvegliato il senso di responsabilità nelle masse popolari. Questo è realmente importante! E in questo l’operato di Beppe Grillo è utile e buono.
Per quanto concerne il progetto di legge, francamente credo che gioverebbe a ben poco e, se anche fosse di qualche aiuto, andrebbe a grave detrimento delle libertà individuali.

Pier Luigi Tolardo Settembre 10, 2007 alle 16:45

Inizierei dal punto della proposta di iniziativa popolare in cui si chiede il ripristino di una preferenza nelle elezioni: voglio ricordare che l’attuale Parlamento è stato letteralmente nominato da 5-6 persone che decidendo l’ordine delle liste e chi doveva essere candidato hanno deciso anche chi veniva eletto sottomettendo il deputato completamente al partito e al leader del partito. il sistema elettorale uninominale prevedeva almeno la scelta di un nome e per moltissimi anni gli italiani hanno potuto esprimere anche più di una preferenza alle politiche come si può fare per il Consiglio Comunale, di Quartiere , Provinciale e regionale. E’ chiaro che se io non posso scegliere il mio deputato non potrò nemmeno preferire uno onesto ad uno meno onesto, uno incensurato o apprezzatissimo ad uno condannato o con procedimenti non conclusi.
Anche la regola del no ai pregiudicati: è chiaro che non è una regola assoluta o universalmente valida ma una legge necessaria oggi! Ieri, a nessun partito sarebbe venuto in mente di candidare persone inquisite per reati finanziari, almeno fino alla del processo, oggi è nato un partito come Forza Italia per permettere al suo leader di sfuggire alla giustizia, è chiaro che finchè non ci sarà una ripresa del senso dell’etica pubblica e anche i partiti consideranno degli ottimi candidati delle persone che hanno solo il merito di chiamarsi Craxi, cioè figli di un uomo considerato vittima di un complotto giudiziario solo perchè aveva ampiamente superato ogni limite di corruzione e impunità questa regola è necessaria! Anche persone condannate per terrorismo ieri non avrebbero trovato partiti disponibili a candidarli: è chiaro che oggi siamo di fronte ad un’emergenza morale.
Infine anche il limite dei due mandati è un limite che in passato anche singoli partiti, tipo il Pci e gli stessi Ds i radicali, etc, hanno assunto per i deputati “peones” ma senza mai toccare i presunti leader, è un limite che esiste già per i sindaci e potrebbe essere una regola transitoria per costringere la politica a rinnovarsi

ivan Settembre 10, 2007 alle 17:59

sei arrivato da solo per me alle conclusioni, le motivazioni sono serie, ma il V-day così come è stato è stato trasformato in una carnevalata, altro che Rinascimento, profondo Medio Evo.

Marchioro Settembre 11, 2007 alle 1:27

Che il sistema sia marcio al punto di vanificare qualsiasi tentativo di riformarlo è fuor di discussione. È come se avesse sviluppato un suo sistema immunitario, fatto di persone funzionali al sistema, di leggi ad hoc, di commistioni tra i vari poteri dello Stato, di inciuci e compromessi di ogni genere, di stravolgimnto delle regole democratiche. Tutto questo è accaduto anche perché ha trovato alimento in un elettorato ancora poco maturo, che ha un concetto della democrazia distorto, utilitaristico, che spesso non sa o non vuole distinguere tra giustizia e proprio tornaconto, che oggi è frastornato da discussioni pelose, assurde e talvolta ridicole. Un elettorato che non ha una piena consapevolezza della forza del voto e del concetto di sovranità popolare, che non delega ma cede il potere ai parlamerntari. Una grave responsabilità in tutto questo ce l’ha senza dubbio la scuola, ma soprattutto i mezzi di comunicazione di massa gestiti troppo spesso da giornalisti scodinzolanti che si limitano a reggere il microfono al parlamentare di turno o a dirigere il traffico degli insulti nei programmi di “approfondimento” rinunciando alla frusta della critica.
Ciò premesso, sono d’accordo sulle proposte di Beppe Grillo e non ritengo affatto necessario fare distinxione tra i vari tipi di reato commessi. Io pretendo che le persone incaricate di rappresentarmi in Italia e all’estero, nonché di gestire gli interessi della nazione, siano non solo pulite, ma proprio al di sopra di ogni sospetto. Quello del parlamentare non può essere considerato un compito qualsiasi, è un compito speciale e quindi richiede che sia svolto da persone “speciali”. Non capisco dove sia lo scandalo, Senza voler fare distinzione tra cittadini di serie A e di serie B, cose di questo genere accadono tutti i giorni. Capita ancora oggi che a molti cittadini, per poter svolgere determinati compiti, venga richiesta una fedina penale pulita, o una robusta cortituzione fisica, o altri requisiti fisici o culturali di cui non si è in possesso magari per puro caso e non per colpa. Non è giusto? In linea di principio sono d’accordo, ma in molti casi purtroppo è necessario, e nel caso dei parlamentari questo è e deve essere necessario, altrimenti non ci si dovrebbe poi lamentare se un evasore fiscale fa il ministro delle finanze. Né si può ritenere che l’elezione popolare possa essere un lavacro purificatore. Pensate ai mafiosi che riescono a farsi eleggere. Sono tutti purificati, diventano tutti persone perbene?
In ogni caso, perché il sistema funzioni, non bastano le leggi. È necessario che agli organi dello Stato venga restituita la responsabilitè delle proprie funzioni, ma soprattutto è necessario che il cittadino svolga un costante controllo sulla democrazia, un controllo critico, puntuale, inflessibile e che alla fine sanzioni l’operato di chi ci governa con il voto, uno strumento dalla forza straordinaria, che oggi conta meno di una saponetta, uno di quei piccoli cadeau che non si nega a nessuno o si offre al miglior offerente. Si vuole cacciare i pregiudicati dal Parlamento? Semplice, basta non votarli, e non votare neppure quei partiti che li candidano. Alle elezioni successive le liste sarebbero automaticamente linde e pulite. Accadrà? Non c’è da crederci troppo, visto che ancora oggi capita di sentire dire, quale massima espressione di correttezza civica: “Ah, io non mi occupo di politica”? :Forse sarebbe opprtuno promuovere un Voto-Day, in cui anche al cittadino vengano sbattute in faccia le sue belle responsabilità.
Per il resto va bene Grillo, ma attenzione a non cavalcare pericolosi populismi. La rabbia è legittima e perfino necessaria, ma bisogna sempre

Marchioro Settembre 11, 2007 alle 1:36

(continua)… avere come prospettiva quella arrivare ad elaborare poi proposte serie, giuste e utili per il Paese

carmen Settembre 11, 2007 alle 23:18

per FRANCESCO BARBERO:
scontare la pena e pagare con il carcere o pene alternative non esime dalle responsabilità che derivano dal comportamento delittuoso. Foss’anche solo moralmente.
Quello che hai provocato compiendo un’azione illegale e illecita ha delle conseguenze su terzi, inevitabilmente e cancellare la responsabilità non è possibile.
Per un periodo ho fatto la donna delle pulizie, mi è stato richiesto certificato penale e carichi pendenti, nel caso io avessi avuto la fedina penale sporca o fossi stata in attesa di processo non avrei avuto il posto.
Perchè per lavare i cessi devo essere immacolata e per andare in parlamento è facoltativo?
Mi sembra che affidare un cesso da lavare a un pregiudicato sia meno problematico che affidargli la responsabilità di decisioni che coinvolgono la nostra vita a tutti i livelli.
Ti sei mai domandato cosa succedeva agli operai di quelle aziende che non potevano permettersi di pagare tangenti o non volevano pagarle? Appalti persi, dipendenti a casa, famiglie che non potevano più investire nel futuro perchè qualche furbo ha trovato la
scappatoia. Intendo questo quando parlo di responsabilità.
Forse sono idealista, ma la correttezza per me è importante, e non affiderei mai la mia vita in mano a qualcuno che non esita a scavalcare con mezzi più o meno leciti.

Marchioro Settembre 12, 2007 alle 17:12

Vorrei ritornare per un attimo sul mio precedente discorso, che è stato in parte ripreso e condiviso da Carmen.
Pposso garantire che non sono affatto una persona insensibile alle discriminazioni e alle ingiustizie sociali. Tuttavia ci sono anche altre verità che non si possono ignorare. Per svolgere determinati compiti non basta avere le necessarie competenze specifiche, ma bisogna anche essere in possesso di adeguate risorse personali. Un insegnante può anche essere un pozzo di cultura e conoscere tutte le più raffinate metodologie didattiche, ma se poi è manesco o avvezzo al turpiloquio non può fare l’insegnante. Un autista può conoscere a perfezione il codice della strada e padroneggiare il volante meglio di Schumacher, ma se ha il vizietto di alzare il gomito non può fare l’autista. Allo stesso modo non può fare il legislatore chi non abbia rispetto delle leggi e un profondo senso della giustizia.
Oggi invece capita che un autista condannato per ubriachezza non possa più essere assunto da un’azienda privata, ma poi, per evitare xche sia come si suol dire un cittadino di serie B riceve dall’Ente locale l’incarico di guidare lo scuolabus. Ovviamente su quello scuolabus i figli degli amministratori non saliranno mai. Questo vuol dire allora che il problema non è soltanto che il sistema è marcio, ma che abbiamo anche delle teste fuori registro, che a forza di cavillare astrattamente su ogni questione si perde di vista la sostanza delle cose e si finisce per affondare nelle sabbie mobili dei luoghi comuni o per salpare verso isole che non ci sono.
Per quanto riguarda poi la limitazione della carriera politica a due legislature, vorrei ricordare che fin dagli albori delle democrazie europee (e parlo dell’antica Grcia e dell’antica Roma), le cariche pubbliche non solo erano collegiali, ma erano anche di durata limitata e non rinnovabili. E non mi pare che siano state per questo delle democrazie di poco conto. La durata limitata delle cariche e la loro non rinnovabilità (tuut’al più si poteva essere rieletti soltanto dopo che fosse passato un certo intervallo di tempo dalla elezione precedente) dovevano servire ad evitare che qualcuno potesse instaurare un “regime” svuotando di contenuto le istituzioni democratiche.
Io credo che un meccanismo del genere sia necessario ancora oggi, anzi forse anche più di allora, visto che attraverso la stampa e le televisioni è possibile condizionare una grande massa di persone e, grazie all’accumulo di ingenti capitali, si può “possedere” un partito e comprare voti. E non sono favole, questa è cronaca dei nostri giorni ed è anche la ragione per cui la nostra democrazia che alcuni definiscono eufemistcamente “incompiuta” è in realtà una democrazia fasulla.

Roberto Gennaio 8, 2008 alle 16:05

per chi esalta la democrazia greca: era fondata sul lavoro (degli schiavi)

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per Roberto… democrazia greca?????????

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