Fumo e spettacoli all’aperto

di alex il 12 Agosto 2006

E’ estate e anche a voi sarà capitato di recente di assistere a spettacoli all’aperto: teatro, cinema, musica, con posti a sedere o in piedi. A riguardo credo che vi debba essere estesa la legge contro il fumo nei luoghi pubblici. E’ vero, è all’aperto, ma avete presente che significa pagare un biglietto e trovarsi stipati in una nuovola tossica di gente che fuma? Magari con donne incinta, bambini, persone con problemi respiratori? Non rientro in nesusna di queste categorie, ma non ho mai fumato, e la mattina dopo il concerto dei Baustelle (dove c’era una nuvola tossica di nicotina mista a hashish) ho avuto per qualche ora un blocco nasale.
E’ giusto, per chi paga il biglietto? Chiederei un’estensione della legge antifumo anche a queste condizioni, se lo spettacolo prevede un biglietto. Voi che ne pensate?

{ 67 commenti }

Enrico Agosto 12, 2006 alle 16:18

Penso che hai totalmente ragione!
Avere un fumatore sopravvento equivale ad averlo di fronte in un ambiente chiuso.
Io penso che un fumatore serio e soprattutto educato dovrebbe rendersi conto di certe cose anche all’aperto. Se così non è, andrebbe redarguito immediatamente.

Filippo G. Agosto 12, 2006 alle 17:56

Approvo in pieno

Marco Agosto 12, 2006 alle 18:32

Ciao,
a rigore uno spettacolo all’aperto, o anche in un tendone, già di per se’ realizza la nozione legale di luogo pubblico o aperto al pubblico, quindi mi pare automatico che la legge antifumo vada applicata anche in quelle occasioni.
Se non si fa, è perchè siamo in Italia, e le cose si fanno all’italiana appunto, un po’ sì e un po’ no, tanto per non scontentare nessuno.

supermary Agosto 12, 2006 alle 19:52

Sono pienamente d’accordo anche io! Non capisco perchè i non fumatori debbano subire il fumo passivo, chiuso o aperto che sia!

supermary

Federico Fasce Agosto 12, 2006 alle 20:06

Non posso che concordare. Sul discorso fumo credo di avere posizioni un po’ estreme, ma d’altra parte quelli che mi fumano in faccia mi han sempre dato parecchio fastidio.
Io lo vieterei anche in un altro luogo pubblico all’aperto: le spiagge. Soprattutto perché tra i fumatori ci sono pareccchi incivili che deturpano la sabbia con migliaia di mozziconi.

HD Agosto 15, 2006 alle 16:09

La legge anti-fumo vale solo per i locali al chiuso. Punto e basta.
Cari salusti, mi dispiace, ma non potete aver sempre ragione…

armando corazza Agosto 16, 2006 alle 11:21

solitamente quando respiro del fumo (sia di sigaretta che non mi viene da tossire) mi viene da tossire. se è causa di un fumatore gli tossisco in faccia, per dimostrargli il rispetto che prova per me vomitandomi il suo fumo.

Davide 'Folletto' Casali Agosto 16, 2006 alle 11:46

Stavo giusto aspettando un parere contrario. Curioso peraltro che i “non d’accordo” passino per “salutisti”… quando di fatto nessuno dice che un fumatore potrebbe non essere d’accordo…

Che poi, è già un paradosso che *debba* esistere una legge antifumo. Voglio dire, il buon senso? Fermi, lo so che è utopia, ma sono cose che fanno riflettere ad un livello più ampio.

Per dire, conosco fumatori che però non ho mai visto fumare in nessun caso che avrebbe potuto dare fastidio, chiuso o aperto che fosse. E questo non solo fumatori “occasionali” ma anche quelli “over 1 pacchetto al giorno”. E questo, indipendentemente dalle leggi.

Non è questione del “luogo” in cui ci si trova, ma è questione di “con chi” si è. Ma d’altronde, nessuna legge portà mai dire “vietato fumare nel raggio di 3 metri da chi non voglia, che diventano 8 mt se sottovento, etc”. Sarebbe impossibile ed assurdo, quindi si limitano i danni segnalando i luoghi “salvi”.

Si chiama civiltà, rispetto e convivenza civile.

P.S.: Stazione Centrale a Milano HA il divieto di fumo, nonostante sia per certi versi un luogo aperto (soffitti altissimi e stanze enormi). L’ho notato perché ieri ero lì e due s***** giravano allegri con la loro sigaretta.

Niccolò Agosto 17, 2006 alle 22:06

non sono un fumatore, ma non ho nulla contro il fumo ai concerti all’aperto.

concordo invece con chi sottolinea lo schifo dei mozziconi sulla spiaggia.

Massimo Moruzzi Agosto 19, 2006 alle 13:29

100% d’accordo con te, Alessandro.

stefy Agosto 19, 2006 alle 15:12

ciao a tutti, domanda. sono rientrata ora da un pranzo in un ristorante dove un cafone, ( premetto che sono una fumatrice) seduto al tavolo di fianco al mio e praticamente attacato ai miei figli ha acceso un sigaro dopo aver finito di mangiare, quando mio marito gli h hiesto la cortesia di spegnerlo perchè infastidiva i nostri figli che stavano mangiando, questo gli ha risposto che era all’ aperto e che fumava quanto gli pareva visto che lui era arrivato prima di noi e che se non ci stava bene potevamo spostarci. ecco la domanda, la legge non dice che non si può fumare in presenza dei bambini?

Alessandro Longo Agosto 19, 2006 alle 15:24

E’ questo il problema, se ci sono luoghi dove BISOGNA stare seduti in un posto, perché magari si è anche pagato un biglietto o iniziata una consumazione, è una tortura beccarsi il fumo di chi è seduto gomito a gomito con te. Anche se è all’aperto, bisognerebbe avere l’accortezza di non infastidire gli altri. Insisto: per me è una lacuna della legge…basterebbe estenderla a ristorannti e spettacoli all’aperto a pagamento.

sapu Agosto 22, 2006 alle 7:35

Da fumatore sono dispiaciuto seriamente che il fumo vi possa recare qualche disturbo. E questo è tutto.
Espressioni come ‘nuvole di fumo’ che descrivono qualcosa del tipo cielo tempestoso o nebbia in val padana mi paiono tuttavia esagerate se non sgradevoli ed inutilmente provocatorie.
Come mi pare provocazione gratuita sostenere che ad un concerto all’aperto dove si salta e si balla (e si suda e si puzza !) la situazione possa diventare insostenibile per il fumo di qualche sigaretta che si dirada immediatamente.
Certo, il fastidio…
a me danno fastidio quelli che vanno al cinema e comprano quelle maleodoranti vasche di popcorn o quelli che bevono la bibita con la cannuccia e fan rumore, quelli che portano al ristorante o in altri locali (tipo quello dove lavoro) bambini maleducati che strillano o rovesciano o tiran roba in giro: li caccerei fuori a calci e gli vieterei l’ingresso perchè mi dan fastidio !
Per fortuna il fastidio, che è poi un altro modo di chiamare l’intolleranza o peggio, non è tutelato legalmente quando addirittura scoraggiato…

Maurizio Agosto 24, 2006 alle 12:16

Visto che e’ *dimostrato* che fumo ed alcol fanno male quanto (anzi peggio, vedi il numero pauroso di morti di cancro ai polmoni e di cirrosi) le droghe, io vieterei il fumo punto e basta. Oppure, in alternativa legalizzerei le droghe. Ma…il tabacco e’ un monopolio di stato e i messaggi scritti sui pacchetti di sigarette sono la classica ipocrisia del governo italiano (‘io ti ho avvertito’, decidi tu…perche’ non li scrivono sui pacchetti di coca? ;).
Polemiche a parte, continuando ad estendere i divieti si finisce per impedire di fatto ai fumatori di fumare. Ecco perche’ non estenderei quei divieti. Una cosa che si puo’ fare invece e’ creare 2 zone: fumatori e non fumatori (cosi’ come nei locali chiusi). Si puo’ fare anche all’aperto! X sapu: non e’ intolleranza, chi fuma lo fa per piacere personale e quindi non riesce a capire il fastidio che arreca. Non e’ molto diverso dal tizio che ascolta lo stereo a volume altissimo…

Davide 'Folletto' Casali Agosto 24, 2006 alle 12:53

“non riesce a capire il fastidio che arreca”

E questo credo concluda ogni tipo di disquisizione. Lo capisse, non servirebbe nessuna legge. 🙂

sapu Agosto 25, 2006 alle 10:21

Vero, il tabacco è un monopolio e pure redditizio.
E, volendo far della retorica, i soldi spesi in sigarette son tutti “bei” soldi (chè lo stato siamo noi) che i non-fumatori non pagano in tasse.
Non discuto (discutevo) sulla questione del fumo, e delle zone per fumatori, semplicemente ho ritenuto eccessiva un’espressione come ‘nube tossica’.
E sintomatica di un’intolleranza non tanto al fumo ma al fumatore.
Peraltro in gran parte legittima, perchè è un’intolleranza alla mancanza di educazione del fumatore maleducato.
Ma nel momento in cui il fumatore è ‘educato’, si adegua immediatamente alle regole (e se vi vien da sorridere pensate a quante regole violate quotidianamente) l’intolleranza permane.
Quanti di questi saggi sostenitori dei danni del fumo passivo, del tumore ai polmoni da tabacco, si preoccupano di spegnere l’auto ai semafori, di tenere il riscaldamento ad un livello accettabile, di non scaricare litri di detersivi negli scarichi ?
Io, da fumatore, mi rendo conto del fastidio che arreco, ed evito, se posso farne a meno, però non potete menarmela se ad un concerto all’aperto siete a tre metri di distanza e vi arriva l’odore del mio fumo !
E anche se posso parlare solo a nome mio e non per tutta la categoria dei fumatori, credo (vedo) che questa sensibilità è abbastanza diffusa, anche se ci sarà sempre quello che vi sbuffa il fumo in faccia ove gli è concesso.
Ed è contagiosa, nel senso che si estende, e allora uno sa che il suo fumo inquina e il mozzicone in terra inquina, e la macchina ferma ad un semaforo inquina, e usare (troppo) detersivo inquina.
Quanti non-fumatori hanno questa sensibilità e spengono la macchina allo stop e buttano il pattume ove devono e raccolgono gli escrementi del proprio cane ?
Mi paiono piuttosto quel genere di persone che quando senton parlare di un tumore pensano ‘fumava’ (e l’inquinamento ?!), quando senton parlare di falde avvelenate o di rifiuti tossici pensano che la colpa sia sempre di qualcun’altro…

suburi Agosto 29, 2006 alle 22:18

sapu….,per quanto mi riguarda, penso tu possa parlare per tutta la categoria dei “fumatori educati”: siamo in tanti e sicuramente meno fondamentalisti (sono numerose le cose che mi danno fastidio ma cerco di tollerare!!) di molti “non- fumatori incalliti”. io, per esempio, prendo la macchina solo se devo fare più di 3 km. vivo in un paesino piccolo senza mezzi pubblici ma pefettamente percorribile da 1 punta all’altra senza alcuna fatica: sapeste quanti miei compaesani “salutisti” prendono l’auto anche per andare due isolati più giù!!! forse pensano che le loro auto diffondano effluvi salutari!!!

Mario Settembre 1, 2006 alle 18:13

Premessa: il fumo fa male. E su questo non ci piove.
Ma il fumo è un po’ come certi latitanti: fanno comodo, perché gli si possono attribuire tutti i reati dei quali non si riescono a scoprire i veri autori…così, quanti organi di informazione ci dicono che le marmitte catalitiche producono vapori di platino e la benzina verde benzene, sostanze non meno tossiche (anzi…) e cancerogene del piombo? Ma gli interessi in gioco sono troppo forti, meglio prendersela con le sigarette, che comunque fanno male. O con il latitante, che tanto già è un delinquente…quindi, delitto più delitto meno…
Il problema, come qualcuno ha giustamente sottolineato, è di educazione. Il fumatore deve comprendere e rispettare le esigenze dei non fumatori. Ma i non fumatori devono evitare di assumere posizioni oltranziste e di sentirsi dalla parte della ragione sempre e comunque. Chi sa qualcosa di chimica può facilmente calcolare quale sia l’incidenza delle molecole dannose sprigionate da una sigaretta in un ambiente chiuso di 25 metri quadri: irrilevante in assoluto, e ancor più al confronto di altre forme inevitabili di inquinamento. Certo che se le sigarette sono 100 e fumate da dieci persone senza mai aprire le finestre, il discorso cambia eccome! Ma gli oltranzismi, in questo come in tutti i casi, fanno francamente ridere, quando non fanno rabbia: una sigaretta fumata all’aperto NON in faccia ad un non-fumatore al massimo manda un po’ di odore, ma non può fare clinicamente e chimicamente il benché minimo danno neppure ad una donna incinta.
Può dare fastidio, questo si…ma le cose che danno fastidio sono tante quanti sono gli individui…siete sicuri che a me non dia fastidio stare a venti cm. da una signora che si è fatta il bagno dentro il profumo, invece di darsene la giusta misura? E che faccio, la redarguisco aspramente o tollero con cristiana rassegnazione? O magari auspico una legge che glie lo impedisca??? Alias: signori ai quali il fumo all’aperto dà fastidio…sopportatelo, e stop. A meno che non vi venga sbuffato direttamente in viso (e qui si tratta di nuovo di educazione). Altrimenti, statevi un po’ calmini e zitti, che nessun Gesù Cristo ha mai stabilito che la ragione sta per forza dalla vostra parte. E, comunque, il fumatore non sia maleducato e rispetti il non fumatore, ma il non fumatore abbandoni la sua arroganza ed il suo fare come se trattasse con un delinquente. Impariamo tutti un po’ di tolleranza.
Tumori ai polmoni: purtroppo, la realtà è che tali forme di cancro sono causate solo in minima parte dal vizio del fumo: ben altre sono le cause principali, ma ai governi non fa comodo ammetterlo e fa più gioco dare la colpa alle sigarette. Diverso è il discorso sulle malattie cardiovascolari, dove il fumo ha un’incidenza di responsabilità di gran lunga maggiore e assolutamente indiscutibile. Il fumo FA male, e su questo non si discute, ma forse fa male con modalità diverse da quelle che ci vengono propinate.
Un inciso: smettiamola di dire “in Italia…” in senso spregiativo. In Francia e in Germania e nella maggior parte dei paesi europei si fuma allegramente in TUTTI i locali pubblici, dagli autogrill ai ristoranti ai bar. Provate ad entrare in un autogrill o in un bar tedesco e a chiedere ad un addetto se si può fumare: vi guarderà stupito come se gli aveste chiesto se si può respirare.
Un’ultima notazione, a segnalare dove può arrivare il cattivo gusto: ho sentito non-fumatori oltranzisti (e molto stupidi) rinfacciare ai fumatori che “le spese ospedaliere per curarli quando si beccano il cancro le paghiamo tutti”. Cattivo gusto per cattivo gusto: un fumatore, quando paga 4 euro un pacchetto di sigarette, ne versa 3,30 circa di tasse. Quando si ammala le sue cure se le è abbondantemente pagate. Le sue, e anche una parte di quelle dei non-fumatori. Sappiate che lo Stato sovvenziona gli ospedali ANCHE con le tasse sui tabacchi…
La verità è che ogni moneta ha due facce: una moneta che ne ha una sola non vale nulla e non è spendibile.
Salute a tutti, fumatori e non…
Mario

Bruno Settembre 16, 2006 alle 9:14

Credo che impedire ad un fumatore di fumare in un luogo aperto…sia davvero chiedere troppo. Se non si può fumare nei luoghi chiusi e pubblici (e la legge che decreta ciò è sacrosanta), e neanche in quelli aperti, allora dove si può fumare? Cosa deve fare un fumatore (come me), per fumare una sigaretta. O forse dovrei dire…dove deve andare un fumatore ad accendere? Piuttosto credo che sia nel buon senso (morale e civile) di ognuno, non fumare “in faccia” alle persone, o magari allontanarsi da bambini e donne incinte.

Folletto Malefico Settembre 17, 2006 alle 14:45

“Ma nel momento in cui il fumatore è ‘educato’, si adegua immediatamente alle regole (e se vi vien da sorridere pensate a quante regole violate quotidianamente) l’intolleranza permane.”

Beh, calma con le generalizzazioni. 🙂

Come tu ti senti “diverso” dai normali fumatori che NON capiscono – ed è un fatto – quanto dian fastidio, egualmente NON è vero che l’intolleranza permane se un fumatore è ‘educato’.

Evitiamo di argomentare con l’opposto assoluto: vi sono vie di mezzo e non tutti i “fumatori” e i “non fumatori” appartengono alla stessa categoria.

Giusto l’altra sera ad un concerto un tizio di fianco a me – nella calca – si è acceso una sigaretta. E vabbeh, pazienza, una ci può stare. Ne ha fumate tre e personalmente mi è arrivato addosso solamente il fumo di una. Per quanto stesse violando palesemente il divieto – il luogo era sia pubblico che chiuso, nonché le persone molto vicine – ho tollerato questo suo comportamento.

Oppure, vogliamo prendere le persone, che sto notando sempre più frequenti, che si accendono una sigaretta in metropolitana nascosti dalle telecamere? Oppure che uscendo dalla stessa iniziano a fumare la sigaretta mentre ancora stanno salendo le scale? Cosa costerebbe aspettare 20 secondi e accenderla una volta usciti?

Quindi, piano con le generalizzazioni. Lui sarà anche stato uno stronzo, ma da qui a dire che “se si diventa educati l’intolleranza permane” è una frase più ad effetto, demagogica e retorica che altro.

Il tutto si sintetizza sempre e comunque così, come dice Bruno:
“Piuttosto credo che sia nel buon senso (morale e civile) di ognuno, non fumare “in faccia” alle persone, o magari allontanarsi da bambini e donne incinte.” – al quale aggiungerei che non sono solo bambini e donne incinte. Non fumare in faccia è qualcosa che si fa nei confronti di tutti. Punto e stop.

E io questo lo chiamo RISPETTO. Qualcosa che c’è indipendentemente se il luogo è aperto, chiuso, a soffietto o a chiocciola.

bebo Novembre 14, 2006 alle 1:18

chissà

emago Novembre 26, 2006 alle 12:29

Che palle! usi la macchina tu? io no, vado in bici e mi sorbisco il gas di scarico di VOI inquinatori. FUMO, solo all’aperto e NON ROMPETE I COGLIONI! Oltre al fatto che il nostro fumare sgrava voi da un po di tasse.

Billy Dicembre 12, 2006 alle 20:06

Secondo me quello che ha scritto l’articolo e chi gli da ragione è un grandissimo coglione sfigato del cazzo. Io fumo dove, come e quando mi pare e piace, se ciò vi irrita cambiate aria.

Lara Aprile 11, 2007 alle 15:53

Sti fumatori sono tutti incazzati neri..perchè probabilmente sentono di essere veramente in colpa..poi questi termini come “non rompete i coglioni” mostrano un’aggressità eccessiva, non motivata!!! CURATEVI CARI..migliorerete la vostra vita e di quelli attorno a voi!!!!

Prisco Mazzi Maggio 17, 2007 alle 13:36

Consiglio per i non fumatori: se qualche fumatore stronzo irrispettoso vi fuma in faccia, sia all’aperto che al chiuso, voi scoreggiategli tranquillamente in faccia, avendo cura di fargli respirare bene bene tutto l’aroma. Diritto contro diritto…e scoreggiare non fa male alla salute.

Prisco Mazzi Giugno 19, 2007 alle 21:01

Per Elio F. Gagliano:

Ma e’ cosi’ difficile da capire??? E’ UNA QUESTIONE DI FASTIDIO E DI RISPETTO DEL PROSSIMO, NON DI SALUTE!!!!!

Stefano Giugno 25, 2007 alle 11:29

Estendere il divieto di fumo all’aperto è una cosa che da qualche parte sta già succedendo, ahimè (città di Trieste). E contro la quale si sta già combattendo attivamente per vie legali. Allo stato attuale dei fatti, la legge italiana NON vieta di fumare all’aperto, quindi chi nonostante tutto impone il divieto, agisce al di fuori della legge. Concetti come quello di “fastidio” sono del tutto irrilevanti ai fini di una legislazione che tuteli i diritti degli agenti razionali di una società ben ordinata. Introdurli vorrebbe dire porre l’arbitrio alla base dell’attività legislativa di uno stato, che si tradurrebbe in arbitrio nei confronti di coloro i quali vivono in quello stato.

Prisco Mazzi Giugno 25, 2007 alle 18:14

Certo, come no. Il concetto di “fastidio” e’ ben presente in vari casi, con apposite leggi e regolamenti che vietano rumori molesti, disturbo della quiete, o emissioni di sostanze tossiche, e non mi pare si possa parlare di arbitrio.

Come se poi il fumo passivo, se respirato all’aperto, fosse meno fastidioso e dannoso del fumo passivo respirato al chiuso. Bel modo di ragionare.

E, comunque, al di la’ della legge, il fumatore che non rispetta l’altrui diritto di non respirare il suo fumo dimostra di essere maleducato. Per questo io sono per la scoreggia contro il fumatore irrispettoso.

Stefano Giugno 26, 2007 alle 7:53

Appunto, in vari casi, ossia in quelli non arbitrari, o meglio in quelli più obiettivi degli altri. Nel caso delle sostanze tossiche, di tutto si tratta tranne che di fastidio. I casi non vanno confusi. Sui danni del fumo passivo all’aperto poi, credo che non si possa dire nulla di sensato, se non affermazioni come le tue (Prisco Mazzi) che si portano dietro isterismi collettivi oramai diffusi in tutto il mondo. Il fumatore che non rispetta l’altrui diritto di non respirare il suo fumo dimostra di essere maleducato, e il non fumatore che non rispetta l’altrui diritto di fumare dimostra di essere maleducato. Che si fa allora, si legifera sulla maleducazione reciproca? Sì, per il momento unilateralmente però nei confronti dei fumatori, oramai tutelati solo a casa propria (anche se non sempre, come vari episodi negli USA e in Canada dimostrano). Se poi si preferisce ragionare in termini di reciproco scambio di maleducazioni fumo-scoreggia, si faccia pure. Credo però che non ne uscirebbe nulla di produttivo.

Stefano Giugno 27, 2007 alle 8:45

Nessuno sostiene che i diritti siano assoluti, tranne coloro che affermano che i fumatori oramai non possono fumare in nessun luogo se non dove non danno fastidio (posizione che, se capisco bene, è adombrata dalle tue parole). In quel caso, e attraverso le sue varie declinazioni, ne viene fuori che il diritto di chi non fuma di non fumare è pressochè assoluto. La tua argomentazione “la propria liberta’ finisce dove comincia quella degli altri”, oltrechè abbastanza superata nel campo della riflessione etica, è abbastanza superficiale: sulla sua base è uguale affermare che il diritto di chi fuma finisce dove inizia il diritto di chi non fuma di non respirare il fumo passivo, e che altrimenti il diritto di chi non fuma di non voler respirare il fumo passivo finisce dove inizia il diritto di chi fuma di voler fumare una sigaretta. L’invasione della sfera sensoriale di cui parli, devo dire abbastanza originale nel suo, è un qualche cosa di generico e quindi inutile ai fini del nostro discorso. Voglio dire, anche a me danno fastidio le allieve e studentesse piccole brutte e grasse che mi vengono a lezione con i pantaloni a vita bassa e il tanga di fuori, non si può dire che non invadano la mia sfera sensoriale, ma è un fastidio che termina esattamente dove inizia. A meno non si dica che quella visione produce conseguenze tali da essere nocive alla salute (baggianata che ovviamente qualsiasi persona dotata di buon senso rifiuterebbe), non si potrebbe fare riferimento ad alcun diritto, nemmeno presunto, di far sì che i pantaloni a vita bassa non siano indossati da chi è brutto piccolo e grasso. E siamo tornati al solito punto: spesso i divieti vengono creati per ridurre i rischi provocati da una qualche azione, la quale viene quindi vietata. Dimostrare che il fumo passivo sia dannoso in luoghi aperti sarebbe equivalente a dimostrare che le piccole-brutte-grasse con i pantaloni a vita bassa sono dannose per la salute. Forse i pantaloni con le etichette stile pacchetti di sigarette sono già pronti, chissa.

Prisco Mazzi Giugno 27, 2007 alle 10:14

Insisti con l’argomento della nocivita’ e della legge, quando io sostengo che la motivazione principale e’ quella del rispetto del prossimo (non che non possa esserci anche la nocivita’, ma il mio punto qui e’ quello del rispetto).
Non puoi decidere TU se e quanto sia fastidioso per UN ALTRO respirare il tuo fumo.
Se io ho un dubbio che qualcosa che ho intenzione di fare POSSA recare disturbo a chi sta vicino (ossia, possa invadere la sua sfera sensoriale SENZA CHE LUI FACCIA NULLA, ossia tutto partirebbe da cio’ che farei io), chiedo se la cosa in questione da fastidio e, nel caso, vado a farla altrove. Non sarebbe giusto costringere allo spostamento una persona che, ripeto, sta in pace facendosi i fatti suoi, a causa del fatto che arrivo io e voglio fare i comodi miei vicino a lei. Io vedo la cosa come un sopruso (o abuso della sopportazione altrui). Le ragazze brutte e grasse basta non guardarle (anche se scommetto che quelle belle invece le guardi eccome), ma per il fumo bisogna non respirare: facile, no?
Inoltre, non vi e’ alcun dubbio che mentre un fumatore che esercita il suo diritto di fumo puo’ infastidire un non fumatore, un non fumatore che non fuma sicuramente non da fastidio ad un fumatore (perlomeno, non col fumo, ed e’ di questo che si sta parlando). O vogliamo negare anche questo fatto evidente? Forse esistono fumatori che obbligano chiunque si trovi nelle vicinanze ad accendere una sigaretta, perche’ l’aria troppo pura da loro fastidio? Forse tu ne conosci qualcuno…
Inoltre, il grado di fastidiosita’ dipende anche dal contesto: ad esempio, il parlare a voce normale non disturba, normalmente, ma se sei nel silenzio di una biblioteca disturba eccome.

Ripeto per l’ennesima volta: se non si vedono le differenze tra fumatori e non fumatori, per me e’ giusto essere trattati con lo stesso rispetto che alcuni fumatori (non tutti) hanno per i non fumatori, ossia rispetto zero.

Per curiosita’, potresti citarmi qualche link o fonte secondo cui il concetto che la propria liberta’ finisce dove comincia quella degli altri sarebbe superato al giorno d’oggi?

Stefano Giugno 27, 2007 alle 12:31

Comprendo la tua scelta, quando dici “Se io ho un dubbio che qualcosa che ho intenzione di fare POSSA recare disturbo a chi sta vicino (ossia, possa invadere la sua sfera sensoriale SENZA CHE LUI FACCIA NULLA, ossia tutto partirebbe da cio’ che farei io)”, la reputo ossessiva e non condivisibile, ma la comprendo proprio in quanto libera scelta consapevole, ovverosia un qualcosa che puoi decidere di fare come di non fare. Il fatto è che questa questione, da te come da tanti altri, viene vista sotto una sorta di luce sacrale tale da rendere opportuno il fatto che un comportamento simile diventi obbligatorio. Poichè però, da come si svolgono le cose, si sa che un comportamento simile nonviene quasi mai messo in campo, allora si passa alla volontà di vietare il suo contrario. Quindi, per una questione di semplicità, ecco che spunta l’idea di vietare il fumo all’aperto, ad esempio.
Poi, sull’altra parte del tuo ragionamento, dici che “Non sarebbe giusto costringere allo spostamento una persona che, ripeto, sta in pace facendosi i fatti suoi, a causa del fatto che arrivo io e voglio fare i comodi miei vicino a lei.” Messa in questi termini, la riduci a una questione temporale. E allora, se sono io ad essermi seduto per primo ad un tavolino al bar, col mio caffè e la mia sigaretta, allora non sarebbe giusto che io debba spostarmi, dal momento che, come lei, sto semplicemente facendo sta in pace i fatti miei. Dubito che saresti d’accordo. La questione è più semplice: nessuno costringe nessuno a fare qualcosa che non vuole. Io e te al bar all’aperto: vuoi evitare il mio fumo? Due le cose, me lo chiedi e io liberamente rispondo, ti sposti (ma certo non sono io che ti costringerei a farlo), o al caso decidi autonomamente di cambiare bar. Così come io, vedo che in un bar all’aperto nessuno fuma, accendo la sigaretta e a tutti dà fastidio, ho più scelte, ma nessuna obbligatoria: spengo, fumo, me ne vado. Costrizioni io non ne vedo.
Leggi Nozick, Block, Rothbard, utili sotto più aspetti.

Prisco Mazzi Giugno 27, 2007 alle 13:53

“Il fatto è che questa questione, da te come da tanti altri, viene vista sotto una sorta di luce sacrale tale da rendere opportuno il fatto che un comportamento simile diventi obbligatorio. Poichè però, da come si svolgono le cose, si sa che un comportamento simile nonviene quasi mai messo in campo, allora si passa alla volontà di vietare il suo contrario. Quindi, per una questione di semplicità, ecco che spunta l’idea di vietare il fumo all’aperto, ad esempio.”

So benissimo che nella realta’ il comportamento che ho descritto non e’ obbligatorio e non viene messo in pratica. Quello che dico e’ che, pero’, cosi’ come qualcuno, per sua libera scelta, puo’ decidere di non osservare tale comportamento (e quindi di non rispettare qualcuno che potrebbe potenzialmente essere disturbato dalle sue azioni), cosi’ gli altri, nel caso si ritengano disturbati o infastiditi, hanno tutto il diritto di protestare, visto che questo disturbo non l’hanno chiesto loro.
Dire che posso scegliere liberamente di non rispettare gli altri e’ anche dire che poi non devo lamentarmi delle conseguenze provocate dalle mie azioni. Lamentarsi e cadere dalle nuvole, in questi casi, e’ ipocrita.

Per la questione temporale, vale il discorso della tromba da stadio (e di tutto cio’ che invade e sconfina nello spazio vitale di chi ci sta vicino e non l’ha chiesto): se tu sei arrivato prima, stai fumando e io posso scegliere locazioni alternative tali per cui non interferiamo, va benissimo. Ma se tale scelta non c’e’ (ad esempio perche’ siamo in un angolino di 2×2 metri, sia pure all’aperto), nuovamente, non stupirti se qualcuno ti chiede di spegnere la sigaretta (la tromba), e non stupirti se, ad un tuo rifiuto scocciato, segue una reazione proporzionata.

Nessuna costrizione, come tu dici, ma responsabilita’ si’.

Ultima volta: il non fumatore, esercitando il suo diritto, non lascia i vestiti del fumatore con la puzza di fumo, cosa che invece accade (meglio: puo’ accadere) col fumatore, anche se sta facendo in pace i fatti suoi, perche’ il fumo che esce dalla sigaretta non si fa solo i fatti del suo padrone, ma e’ curioso e va a fare visita anche a coloro che si trovano nelle vicinanze. Finche’ non si vede la disparita’ tra le azioni delle due parti e’ inutile discutere.

Grazie per gli autori che hai citato, cerchero’ di leggerli.

Stefano Giugno 27, 2007 alle 19:34

“[…] gli altri, nel caso si ritengano disturbati o infastiditi, hanno tutto il diritto di protestare, visto che questo disturbo non l’hanno chiesto loro.
Dire che posso scegliere liberamente di non rispettare gli altri e’ anche dire che poi non devo lamentarmi delle conseguenze provocate dalle mie azioni. Lamentarsi e cadere dalle nuvole, in questi casi, e’ ipocrita.”
Infatti, ma per me tutto sta lì, lamentarsi va benissimo, non è di questo che mi lamento (altrimenti mi lamenterei di me stesso… orribile gioco di parole lo so). Anzi, la lamentela secondo me fa scattare un sano confronto tra individui, tra le loro scelte, i loro diritti e le loro responsabilità. Mette in moto un sano gioco di interazioni fra libertà individuali. Questa per me è la manna. Se invece a questo gioco si sostituisce qualche cosa di molto più semplice come un divieto, ecco il “piattume” si inserisce nel quotidiano. Se la lunga mano dello Stato (se leggerai questi autori vedrai cosa intendo) si prende anche questa prerogativa, ahimè, all’individuo resta poco da fare.

antonio Settembre 20, 2009 alle 9:43

ma esiste una legge che vieta di fumare in locali pibblici ( ristoranti e simili ) ? questa è la mia domanda.

sempre antonio Settembre 20, 2009 alle 9:47

Ma esiste una legge che vieta di fumare in locali pibblici ( ristoranti e simili ) anche all’aperto? Questa è la mia domanda.

titti Settembre 20, 2009 alle 9:48

Ma esiste una legge che vieta di fumare in locali pibblici ( ristoranti e simili ) anche all’aperto? Questa è la mia domanda.

alex Settembre 20, 2009 alle 11:18

ancora no, ma prima o poi credo ci si arriverà. In california c’è già

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Pietro Agosto 15, 2010 alle 20:47

sono in spiaggia, pagato il biglietto, preso l’ombrellone e due sdraio, faccio il bagno, esco e mi sdraio al sola con mia moglie. Arrivano due gentiluomini, prendono due ombrelloni vicini al mio e si accendono due sigari! Essendo sottovento siamo stati costretti, per oltre un’ora, a sopportare la puzza dei sigari di questi due schifosi!
I quali pur rendendosi conto che stavano impuzzando la spiaggia e i bagnanti, (donne bambini adulti) per un raggio di 10 metri, continuavano a stantuffare i loro sigari godendo delle fughe che a turno facevamo allontanandoci per respirare un po di aria pulita.
Alla fine abbiamo deciso di andarcene per evitare di dovere litigare.
Alla faccia del rispetto degli altri.

flavio Ottobre 21, 2010 alle 15:18

fuma che ti fa bene e non rompere il c…..

flavio Ottobre 21, 2010 alle 15:28

se vuoi l’aria pulita trasferisciti su un isola deserta

betathomeromania Febbraio 11, 2011 alle 20:13

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giacomo Agosto 17, 2011 alle 0:17

questa sera c’é stato un increscioso episodio di ineducazione dei fumatori ad un spettacolo pubblico in un comune in provincia di udine- i comuni (le circoscrizioni) organizzano i cinema all’aperto ma non tutelano la salute dei cittadini all’esposizione dei principali agenti inquinanti, nonché cancerogeno, quale risulta essere il fumo dei prodotti del tabacco.

meglio la sigaretta elettronica Aprile 19, 2013 alle 11:38

Senti maaaa… invece di quelle sigarette schifose col tabacco e il catrame, una bella sigaretta elettronica? Credimi, zero problemi di tossicità e non dà fastidio a chi ti stà accanto perchè è solo vapore e non fumo combusto.. Comunque una regola di base: non fumate se dà fastidio a chi ti stà accanto.

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self , in the form of his breath, to the lord and merges with universal breath it may be the noblest
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In the 60s and 70s, Mc – Phee emerged like a versatile and exhilarating multi-instrumentalist (playing
reeds and brass), particularly through his recordings to the Hat Hut label in Switzerland.

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