Due parole sul canone Telecom

di alex il 25 Marzo 2006

So che sarò impopolare adesso ma non me ne frega niente. Quanto dice il Codacons sull’illegittimità del canone Telecom , in seguito alla sentenza di quel giudice di Pace, è più che ottimistico. E’ Una mossa per farsi pubblicità costruendo castelli di sabbia e alimentando false speranze. Non sarà una sentenza di un giudice di pace a togliere il canone agli italiani. E non perché Telecom l’ha già impugnata e probabilmente la spunterà. Ma perché il canone di Telecom, per quanto possa sembrare odioso, è in linea con quanto avviene in tutto il mondo. Già. Non solo in Europa, anche negli Stati Uniti, patria della liberalizzazione TLC, si paga un canone mensile (una ventina di dollari) a chi ci dà la linea. A prescindere di quanto la si utilizzi. Si può obiettare che il canone di Telecom sia troppo elevato, rispetto alla media europea, per gli utenti business (mentre è in perfetta media per quanto riguarda i consumatori), come risulta dall’ultimo rapporto UE. Ma sperare che il canone sia abrogato, proprio in Italia mentre nel resto del mondo sussiste, beh è da illusi. Piuttosto, bisogna concentrare l’attenzione e gli sforzi sulle alternative al canone Telecom. L’unbundling. Le Adsl nude, che fra poco subiranno un rincaro per via di una certa delibera Agcom. La preselezione con il wholesale rental (bolletta unica), che non è decollato per via di un problema regolatorio di cui un giorno vorrò scrivere. Vanno ignorate le associazioni che distolgono l’attenzione dai veri temi pur di farsi pubblicità.

{ 36 commenti }

aghost Marzo 25, 2006 alle 9:04

pienamente d’accordo su tutto (ma hai copiato dal mio post?? :)))
Codacons è da un bel pezzo che cerca di farsi pubblicità in tutti i modi e non mi piace per niente.

Io aggiungerei però che se è giusto pagare il canone non è giusto che chi non può avere adls ad esempio (perché collegato alle vecchie centrali) e tutti gli altri servizi delle centrali digitali, paghi lo stesso canone di tutti gli altri. Questa è una gigantesca ingiustizia che si dovrebbe spazzar via una volta per tutte. L’altra grande porcata sono le bollette con la documentazione mascherata con la scusa della privacy (vedi miei post sulle balle del cosiddetto “Garante”).

Anonimo Marzo 25, 2006 alle 10:58

Non è solo Codacons, ma pure il giudice onorario a volersi fare un po’ di pubblicità. Sentenza del peso pari a 0,0001%

aghost Marzo 25, 2006 alle 12:13

si, purtroppo i consumatori in italia contano zero, grazie anche a sapienti “blindature” di legge in favore dei poteri forti. Nel nostro paese non è possibile una vera “class action”, ovvero un’azione collettiva com ad esempio negli USA, dove le aziende che sgarrano sono costrette a risarcimenti miliardari.

Pier Luigi Tolardo Marzo 25, 2006 alle 15:10

Il Codacons vuole farsi un po’ di pubblicità elettorale visto che si presenta alle elezioni ma, forse, si dovrebbe impegnare di più su spese accessorie, come per esempio quelle postali che sono state aumentate oppure il fatto che negli ultimi dieci anni, da quando sono state abolite le casse sociali Telecom Italia, già solo se lo paghi in Posta(senza pensare alla banca) c’è un costo aggiuntivo di 6 euro(12.000 vecchie lire) e che, francamente, con convenzioni opportune Telecom Italia avrebbe potuto abolire o ridurre.
Credo che un maggiore impegno, non massimalista, delle Associazioni dei Consumatori, con cause presso Tar e Consiglio di Stato, campagne di autoriduzione e protesta più vigorosa, avrebbe potuto ridurre o cassare i recenti aumenti del canone per la clientela residenziale,oppure rendere più snella e veloce la procedura per i pensionati per farsi risconoscere il canone agevolato dimezzato. come sarebbe una battaglia di civilttà costringere Telecom Italia a erogare i servizi a cui dovrebbe corrispondere il canone: rispetto assoluto delle 48 ore lavorative per i guasti, dei 10 giorni dei traslochi, del ricevere l’Elenco, di avere una risposta veloce e competente dai Call Center. Il problema è questo: il canone è aumentato nell’ultimo quinquennio ma il livello qualitativo del servizio assistenza e manutenzione è scaduto e peggiorato per le scelte di accentramento sul territorio, riduzione degli organici, risparmio sugli appalti.
Il canone è niente di fronte al taglieggiamento sulle ricariche dei cellulari su cui non c’è volontà politica, da parte dei 2 Duellanti elettorali, di intrvenire.

aghost Marzo 25, 2006 alle 17:53

A me pare che ci sia un grosso problema in italia, ed è che le associazioni dei consumatori sono debolissime e si basano sostanzialmente sul volontariato.

Se da una parte quindi deploro associazioni come il Codacons che approfitta di ogni occasione per farsi pubblicità, dall’altra bisogna rendersi conto che senza mezzi finanziari le associazioni possono fare poco o niente, praticamente solo abbaiare alla luna.

Pier Luigi Tolardo Marzo 25, 2006 alle 20:01

Innanzitutto il problema è la loro divisione e competizione interna: Fedeconsumatori per la Cgil, Adiconsum della Cisl, poi l’Acli Consumatori, poi l’Adusbef che era nata per i servizi bancari ed ora fa tutto, poi l’Aduc,il Codacons, va già bene che hanno formato l’Intesa ma per esempio Altroconsumo ne è fuori, Cittadinanzattiva, etc. Quindi campagne scoordinate, spreco di risorse umane ed economiche, guerra fra di loro in qualche caso. Troppa frantumazione mentre le imprese e la politica sono più forti ed organizzate.

Valerio Marzo 27, 2006 alle 7:44

Oltre ad associazioni consumatori ridicole, c’è un “libero mercato” creato da governi che non lo vogliono, quindi fatto sulla base di leggi che difendono i fornitori e i grandi che fanno cartello piuttosto che i consumatori. Il libero mercato si crea solo con leggi che difendono il consumatore. Allora il canone scomparirà naturalmente.
Ma noi siamo in Italia e questi sono sogni ad occhi aperti.

aghost Marzo 27, 2006 alle 8:55

ci sono dei chiari accordi di cartello che non sono sanzionati. Esempi ce ne sarebbero a dozzine. Ad esempio il costo degli sms, secondo uno studio di Tele2, costa un centesimo di euro. I più giovani si ricorderanno che all’inizio della telefonia cellulare gli sms erano addirittura gratis, oggi invece rappresentano il 12% del fatturato dei gestori telefonici.

Tutti i gestori fanno pagare curiosamente 15 centesimi ogni sms. Possibile che con cosi’ ampi margini di guadagno tutti facciano pagare lo stesso identico prezzo? Ovviamente le Authority dormono.

aghost Marzo 28, 2006 alle 8:44

il canone di per sè può essere anche giusto: il problema è, paghiamo una cifra equa? In questi anni il canone è aumentato enormemente, ben al di sopra del tasso di inflazione.

Telecom spesso, con la complicità dell’Authority, abbassa qualche tariffa (es le interubane, spaventosamnte care) ma in cambio aumenta il canone, che ovviamente genera un gettito molto maggiore.

Io voglio pagare il canone, ma voglio pagare un canone giusto, e voglio pagare un servizio decente, ad esempio adsl, che funzioni, non con contratti bufala tipo “con velocità fino a…”.

Invece l’utente si trova sempre davanti alla scelta “o mangi sta minestra…”

Anonimo Marzo 29, 2006 alle 11:01

Faccio parte di quegli utenti (S.A.T. sfigati-abbonati-telecom) ad essere tagliato fuori da tutti i servizi che altri fortunati utenti possono avere. Pago regolarmente il canone nonostante abbia una linea provvisoria (MUX) moltiplicatori di linee che rendono il servizio telefonico ancora peggio di una linea reale. Pensate che non riescono nemmeno a trasformare la mia linea da tradizionale in ISDN, dopo tante richieste di trasformazione della mia linea ( dal 2/4/2005) ancora sono quì che aspetto ormai sfiduciato. Troppe le prese in giro, appuntamenti con tecnici telecom mai rispettati, non è venuto mai nessuno….il prossimo appuntamento è fissato per il 7/4/2006, ci credete voi? Alla fine che cosa stò chiedendo? Per la Telecom è solo un guadagno perchè la trasformazione costa 30Euro, inoltre il canone mi aumenta di 4-5 euro mensili, pago 24 euro al mese ( altri 12 euro in più per l’opzione teleconomy internet) e tutto questo per navigare a 128Kb/s. Questa è la Telecom e questo è lo sviluppo tecnologico in Italia….roba da non crederci!!!!!

Gaetano CUOMO da Alife (CE) Settembre 12, 2006 alle 10:13

Amici del forum, io vorrei invece che qualcuno che conosce l’argomento, mi delucidasse in merito: siamo una spa con diverse linee telefoniche Telecom. Nel ’92 acquistammo un telefono con centralino (intercomunicante M16) e sottoscrivemmo con l’allora SIP un contratto di manutenzione con un canone bimestrale che ora è arrivato a oltre € 100,00. Il contratto prevedeva, oltre a interventi in caso di bisogno, anche un’ordinaria manutenzione degli impianti. Non solo quest’ultima non è mai stata effettuata da Telecom, ma ogni qual volta abbiamo chiamato il servizio guasti per richiedere un intervento, ci siamo sentiti dire che “Telecom non effettua più da tempo manutenzione…” e quindi ci siamo sempre rivolti a tecnici pagati a nostre spese. Da poco tempo abbiamo chiesto disdetta di questo canone (tra l’altro veramente caro!), ma ci chiedevamo: non sarebbe giusto che Telecom ci rimborsasse quanto ha per tanti anni indebitamente preso dalle nostre tasche? Grazie anticipate.

Carlo Novembre 15, 2006 alle 18:19

vorrei che la fede consumatori, prendesse a carico il problrma delle assicurazioni, come io, e migliaia di persone che nell’arco dell’anno fa pochi km. e si deve pagare l’assicurazione alle stelle perche, la fedeconsumatori non combatte presso il governo e, di impore alle assicurazioni di trattare il caso.
GRAZIE
PER TELECOM – dopo una lotta ho cambiato gestore.

Romano Giovanni - Bari Dicembre 3, 2006 alle 13:01

Sul canone Telecom era perfettamente dovuto finchè si era in regime di monopolio (cioè solo telecom). Oggi però le cose sono cambiate siamo in presenza di molte società che svolgono il servizio telefonico per cui il canone deve essere pagato solo alla società di cui l’utente usufruisce del servizio. Contestualmente la Telecom deve mettere in condizione tutte le società di apportare le necessarie modifiche di adeguamento delle centrali stesse,o in alternativa le singole società devono farsi carico del canone e versarlo alla Telecom, ma l’utente deve essere completamente escluso da tali accordi.

Fabrizio Febbraio 5, 2007 alle 14:47

Tele2 meglio perderla che acquistarla, Tiscali pure, Wind (Libero-Infostrada) non ne parliamo….Telecom: mamma mia!!! Ragazzi mi dite cosa resta?
Cosa fanno le associazioni di difesa dei consumatori? Cosa fanno i nostri politici (oltre a percepire uno stipendio da favola)?
Perche’ Napolitano non interviene? …e’ pure di sinistra …o non lo e’ piu’?

Michelle Marzo 15, 2007 alle 14:25

per non parlare delle truffe che ha subito il 90% della popolazione sulle bollette telefoniche degli ultimo bimestri!!! SI SALVI CHI PUO’!!-(

Michelle Marzo 15, 2007 alle 14:28

CONSIGLIO SPASSIONATO: CONTROLLATE BENE IL DETTAGLIO CHIAMATE TELECOM E SE NOTATE QUALCHE STRANO ED ECCESIVO ADDEBITO VERSO NUMERI “SPECIALI” CHIAMATE SUBITO IL 187 PERCHè SPESSO IL 50% DEL TOTALE DA PAGARE NON RIGUARDA LE TELEFONATE O I COLLEGAMENTI INTERNET FATTI DA VOI, BENSI’ DA PARTICOLARI INTRUSIONI ALTRUI!

Marco Ercegovic Giugno 18, 2007 alle 15:11

QUALI AGEVOLAZIONI HA UN PENSIONATO DI 80 ANNI, CON GRAVI PROBLEMI DI SALUTE, PENSIONE 400 EURO AL MESE, SU CANONE TELECOM, ACQUA, LUCE, GAS, RISCALDAMENTO, NON PER TRASPORTI PERCHE’ NON SI PUO’ MUOVERE. GRAZIE

Marisa Codalliliberodil@ Giugno 18, 2007 alle 15:17

Il Patronato CGIL ci ha consigliato di fare il 730 quando non avremmo dovuto farlo. L’errore del patronato ci è costato: la mia pensione e quella di mio marito (500+380) detratte totalmente per cinque mesi. Poi il patronato, stabilito l’errore, ha aspettato tre anni per chiedere il rimborso. Ora, sempre per causa del Patronato, dobbiamo attendere cinque anni (di cui tre persi) per avere il rimborso delle imposte di 900 e 730 euro. Mio marito ha 90 anni ed io 82. Le imposte ed i patronati hanno spiegato chiaramente che non ci sono soldi e che i rimborsi non vengono fatti in base a chi ha bisogno (per ui con un reddito basso) )ma in base alla data di presentazione della domanda di rimborso. Ma il Patronato che ha sbagliato non paga? Il Patronato non farà apposta per far guadagnare lo Stato ed imbrogliare i overi impotenti pensionati? A chi ci dobbiamo rivolgere. Al Capo dlelo Stato? Grazie

Rossanda Giugno 18, 2007 alle 15:24

Legge 140/85 – I pensionati non vengono aiutati dallo Stato, dalla Regione, dai Comuni, dalle Provincie, dai Sindacati, dai Patronati. Non sono merce di scambio. Gli ex-combattenti, i partigiani, i profughi,le vedove di guerra, gli orfani di guerra, hanno diritto, legge 140/85 ad una maggiorazione sulla pensione di 30 euro ca., il Ministero del Tesoro tramite l’inps, aumenta la pensione della metà (15 euro ca.); se i pensionati vogliono quanto gli spetta di legge, devono andare in causa.Questa è giustizia? Perchè nessuno si muove a sanare questo imbroglio verso i più deboli?

Pensionati d'Italia Giugno 18, 2007 alle 15:27

EX-ONPI – Perchè tutti i pensionati d’Italia devono pagare ingiustamente (ricchi e poveri la stessa cifra) la tassa ex-Onpi che non esiste più da trent’anni? Perchè i poveri pensionati devono foraggiare lo stato quando non riescono a mettere insieme il ranzo con la cena? Chi si intasca i 1.500.000.000 (1500 milioni) incamerati per l’ex-onpi che non esiste? Perchè il pensionato che ha pagato regolarmente tutta la vita le tasse non ha diritto di sapere il motivo di questa truffa?

X VELTRONI Luglio 1, 2007 alle 11:38

INPS PRO DOMO SUA

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, come tutti sanno, venne costituito durante il Ventennio, assieme ad altri Soggetti di diritto pubblico con analoghi scopi solidaristici, ma col passare del tempo ha visto ampliare le proprie competenze, e quindi le proprie strutture, fino a diventare un’Azienda dalle dimensioni pletoriche. Oggi, con oltre 20 milioni di assicurati e 32 mila dipendenti, che comportano un monte stipendi pari a 2,2 miliardi di euro in ragione annua, l’INPS non ha rivali nel pur cospicuo mondo del parastato, ed ha finito per diventare un centro di potere, davvero di prima grandezza.

Un organo di stampa come “L’Espresso” del 15 marzo 2007, non certo in odore di simpatie destrorse, ha pubblicato un documentato e dettagliato servizio sui fasti dell’Istituto, con particolare riguardo agli sperperi ed alle distrazioni di risorse pubbliche che ne derivano, in palese scostamento, bisogna aggiungerlo, dal ruolo istituzionale di assistenza e di servizio a favore delle categorie più deboli, ed in primo luogo a quelle dei pensionati e degli invalidi. Basti pensare che, come ha scritto Giuliano Cazzola, Presidente del Collegio dei Revisori, il numero di coloro a cui vengono corrisposti emolumenti per la partecipazione ai lavori delle Commissioni nazionali, regionali e provinciali, assomma a 6.222, con una spesa che ha raggiunto 13,5 milioni di euro, e che si traduce in flussi finanziari a vantaggio precipuo di sindacalisti e compagni di viaggio, che di quelle Commissioni, pronte a riunirsi almeno “18 mila volte” all’anno (comportando spese di trasferta per un altro milione e mezzo di euro) sono componente notoriamente fondamentale.

Questo fiume di denaro, in buona sostanza, potrebbe diventare un ruscello senza pregiudizi di sorta, ed anzi, incrementando le disponibilità finanziarie da destinare agli scopi di base. Va da sé che la prassi descritta, pur politicamente e moralmente opinabile, potrebbe essere accettata in via di correntezza se l’INPS garantisse livelli di normale funzionalità, improntati alla diligenza media del buon padre di famiglia. Purtroppo non è così.

L’esperienza quotidiana dimostra che le lungaggini burocratiche sono sempre più gravi, e tanto più intollerabili, in quanto si traducono in danni e prevaricazioni a danno di persone anziane, che nella maggior parte dei casi non sono in grado di tutelare i propri interessi legittimi. A ciò contribuisce, tra l’altro, la sovrapposizione di controlli e verifiche da parte di altri Soggetti pubblici, cosa che sottolinea un evidente concorso di responsabilità da parte del momento legislativo o regolamentare, e ribadisce le condizioni di sudditanza funzionale e psicologica in cui versano gli aventi causa. Basti pensare che persino a Milano occorrono parecchi mesi, quando va bene, per ottenere un assegno di accompagnamento anche da parte di invalidi totali, per non parlare delle traversie spesso annose con cui bisogna confrontarsi per una semplice ricostituzione pensionistica.

Qualcuno obietterà che esistono i Patronati, e che la loro assistenza dovrebbe essere prestata a titolo gratuito, come lo stesso Istituto si preoccupa di notificare nelle comunicazioni ufficiali a chi dovrebbe assistere, a fronte di diritti che invece vengono pervicacemente negati, talvolta a fronte di un cavillo interpretativo di questa o di quella legge. Sta di fatto che anche i Patronati sono espressione diretta dell’uno o dell’altro Sindacato, ed almeno indirettamente, dell’una o dell’altra forza politica, e che la loro lettura di disposizioni spesso farraginose o pletoriche, incomprensibili agli interessati, finisce per essere contigua a quella dell’INPS: con tanti saluti, appunto, ad una benintesa previdenza, ed agli scopi per cui ottant’anni fa si era data vita all’Istituto.

Sappiamo benissimo che il progressivo avanzamento dell’età media di sopravvivenza comporta problemi di politica previdenziale che non possono prescindere da esigenze di finanza pubblica, e dal fatto che l’imposizione fiscale ha raggiunto livelli ormai invalicabili, ma ciò non toglie che sia legittimo, e moralmente sacrosanto, pretendere che in un Paese come l’Italia, in cui la contribuzione previdenziale è caratterizzata da incidenze massime rispetto a quelle altrui, i servizi resi siano proporzionali ai sacrifici imposti.

E’ palesemente ingiusto che, a fronte di oneri indiretti tali da raddoppiare il costo del lavoro, le prestazioni previdenziali, in un numero crescente di casi, non permettano nemmeno di mettere d’accordo il pranzo con la cena, e che il potere d’acquisto delle pensioni di ogni ordine e grado, a parte gli effetti rivenienti dalle note vicende monetarie, venga ulteriormente eliso dal foraggiamento di strutture burocratiche in paradossale, ulteriore espansione. Ed è altrettanto ingiusto, ma nella fattispecie, anche piuttosto sorprendente, vedere che l’opposizione, come ha constatato “L’Espresso” e come capita di verificare nell’esperienza quotidiana, “sta alla finestra”.

Se è vero che il grado di civiltà di un Paese si misura, in primo luogo, sulla base della politica per le classi più deboli, e quindi, per la fascia più anziana della popolazione, il cui potere contrattuale è ridotto tendenzialmente a zero, il tramonto della previdenza colloca l’Italia, anche per questo aspetto, in una posizione di malinconica retroguardia.

Diego Cesare Novembre 5, 2007 alle 13:05

Oggi sono stato contattato da TELE2, che mi ha proposto la tariffa “Affari Senza Tempo” –> 4,17euro+iva fisso mensili + 8,9EuroCent +iva scatto alla risposta ….poi parli quanto vuoi a costo 0,00Euro. Fin qui mi sembra abbastanza in linea con altre offerte di altri operatori (inclusa Telecom –> “Teleconomy Zero”)…..ciò che cambia….. AZZERATO il CANONE TELECOM.
Diventi utente Tele2 a tutti gli effetti, senza pagare alcun canone.

Ma……… è vero?
O l’operatore ha cercato semplicemente di vendermi il contratto, spacciando notizie un po’ mascherate?

Nota riassuntiva:
– non si tratta di servizio VOIP
– costo fisso mensile : 4,17 Euro
– costo per chiamata: 8,9 Euro cent
– Nessun canon applicato: 0,00 euro

Saluti

SUSANNA Novembre 6, 2007 alle 17:11

SONO INTENZIONATA A DISDIRE IL CONTRATTO DI TELEFONIA FISSA CON LA TELECOM…C’E’ QUALCUNO CHE SA’ DIRMI L’ITER BUROCRATICO PRECISO DA SEGUIRE AL FINE CHE IO NON CONTINUI A PAGARE UN CANONE PER UN TELEFONO INUTILIZZATO!!!! GRAZIE!

Gianna Novembre 14, 2007 alle 21:08

Ma e’ vero che se ci abbona a Fastweb o a Infostrada non si paga piu’ il canone Telecom o e’ solo uno specchietto per le allodole? Grazie a chi vuole rispondermi.

G. BANDINI Gennaio 17, 2008 alle 17:15

E’ UNA CERTEZZA!! IL CANONE T.I. SPARIRA’.
ALLA ALICE CONVENTION A ROMA IL N. 3 DELL’AZIENDA IL 12-12-07 A 2000 INTERVENUTI E 25 GIORNALISTI ACCREDITATI HA DICHIARATO CHE DAL 2008 IL” CANONE” = ABBONAMENTO LINEA CLIENTI RESIDENZIALI, SPARIRA’.
CHI VI PIACCIA O NO E’ COSI’ . . . .!!!
G. BANDINI
TRADE MANAGER

Andrea Febbraio 13, 2008 alle 13:37

LEGGE 140/85 – Maggiorazione pensioni ex combattenti, esuli, vedove di guerra, orfani di guerra, partigiani e similari.
Finanziaria 2008 (Gov.Prodi) – approvato in via definitiva ART. 61
2. L’articolo 6, comma 3, della legge 15 aprile 1985, n. 140 si interpreta nel senso che la maggiorazione prevista dal comma 1 del medesimo articolo si perequa a partire dal momento della concessione della maggiorazione medesima agli aventi diritto.140/85

TRUFFA LEGALIZZATA

1) UNIONE DEGLI ISTRIANI – Lacota Massimiliano
2) LIBERA PROVINCIA DELL’ISTRIA IN ESILIO
3) Ass.ne Nazionale Assistenza Pensionati di Trieste Luigi Farinelli
4) Consigliere Regionale (Partito dei Pensionati) Luigi Ferone
5) Presidente della sezione triestina dell’INAPA Giuseppe Spartà
6) gen. Silvio Mazzaroli – Sindaco del Comune di Pola in Esilio
7) Avv.Paolo Sardos Albertini, pres. Lega Nazionale
8) Gianfranco Moretton Partito Democratico
9) Rag. Ettore Rosato – sottosegretario al Ministro dell’ Interno (Prodi)
10) Dott. Piero Delbello – Direttore dell’IRCI
11) Elvi Malaroda ( funzionario dell’INAPA – Artigiani)
12) Francesco Rutelli – Margherita
13) Lucio Toth – Presidente Ass. Naz. Venezia Giulia e Dalmazia
14) Guido Brazzoduro – Sindaco degli esuli fiumani

da: http://www.leganazionale.it/esodo/20071117-finanziaria-inps.htm
http://groups.google.com/group/free.it.discussioni.istria.fiume.dalmazia/browse_thread/thread/dc35e0b826a86a7a:

da 1) a 14) tutti hanno brontolato molto, con grande visibilità (DOPO), sulla vicenda ma NESSUNO ha ostacolato nè l’emissione della proposta di legge e neppure la sua definizione in finanziaria 2008 (I poteri c’erano per non far proseguire l’approvazione !). Ma di tutte queste persone non c’è una che veramente e concretamente fà od ha fatto qualcosa per proteggere i diritti dei pensionati esuli e non, ex combattenti e non, partigiai e non, che sono abbandonati a loro stessi molti con la veneranda età di 80-90 anni? Fra poco muoiono e non saranno più oggetto di voto; ma attenzione, ci sono i giovani simpatizzanti della legalità e della giustizia che rimarcheranno “sempre” questa ingiustizia verso i più deboli!
Andrea – Roma

L'Opinione Febbraio 26, 2008 alle 22:25

EX-ONPI
I pensionati sono ancora in attesa di risposta dai sindacati – patronati – dall’Inps – dal Governo (tutti d’accordo conto i pensionati)

Venti lire. Che sono mai venti lire, oggi? Un miserabile centesimo di
euro. Ma proprio l’inconsistenza di una tassa di un centesimo fa sì che lo Stato continui a esigerla, quasi senza protesta alcuna; al più, con qualche curiosità per il permanere di un microbalzello simile.

Ci riferiamo al “contributo ex Onpi”, una trattenuta mensile appunto
di venti lire a favore dell’Opera nazionale pensionati d’Italia, ente
disciolto nel lontano ’77. Tale trattenuta è effettuata su ciascun rateo
di pensione. Il che significa che ogni anno ciascun pensionato versa 260 lire (venti lire per dodici mesi più la tredicesima), cifra da moltiplicarsi per una ventina di milioni di pensioni erogate.
Nell’insieme, si tratta di oltre 2,5 milioni di euro.

A richiamare l’attenzione sul dimenticato tributo è stato il deputato
di An Tommaso Foti, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria, attraverso un’interrogazione a risposta in commissione presentata al ministro del Lavoro. Le somme ricavate servivano all’Onpi, quando l’ente era in vita, per alcune case di riposo per anziani, cui potevano accedere, in condizioni di parità, tutti i pensionati italiani bisognosi. Successivamente le somme, sempre introitate, sono andate a favore delle Regioni, formalmente con destinazione a favore degli anziani, ma in realtà sono finite indistintamente nel calderone del bilancio regionale.

Si tratta, insomma, di mere entrate e basta.

In ogni caso ciascuna Regione pensa ai propri pensionati. Infatti,
alcune Regioni hanno ereditato parte del patrimonio immobiliare dell’ex Onpi, acquisendo case destinate a ospitare i propri pensionati. Altre Regioni, più sfortunate, nulla hanno avuto, perché nel proprio territorio non si trovavano beni dell’Onpi. Tutto casualmente, dunque. Le prime Regioni hanno potuto inviare i pensionati bisognosi nelle case acquisite; le altre, no. Ma tutte hanno incassato e incassano. E tutti i pensionati pagano, pur ricevendo in cambio un beneficio soltanto alcuni di loro, sulla base meramente della territorialità regionale e in ogni caso in maniera del tutto
scollegata rispetto al versamento. Il deputato di An chiede di verificare l’esatta destinazione delle somme introitate e invita a procedere all’eliminazione di una trattenuta che, indipendentemente dall’entità, è quasi priva di significato (anche se in concreto rappresenta una piccola spremitura dalle tasche dei pensionati).

La vicenda è esemplare dello Stato italiano. Si provvede a eliminare
un ente, qualificato ufficialmente inutile, ma dopo un quarto di secolo si continua a riscuotere in nome dell’ente soppresso, con la sola variante di premettere una particella (ex) alla sigla dell’istituzione. Berlusconi stesso ha più volte annunciato con vigore una sorta di pulizia degli enti inutili, mentre d’altro canto si affrettano le procedure di liquidazione degli enti disciolti ancora non ultimate (alcune centinaia di enti!), e addirittura si è soppresso lo stesso Ispettorato che da decenni è attivo per liquidare appunto gli enti pretesi inutili. Però, inutili o no che siano, questi enti (è il caso clamoroso della Gescal, per esempio) riescono a sopravvivere lustri su lustri attraverso la forma più sgradevole della loro esistenza, cioè l’imposizione, per di più facilitata dall’uso della trattenuta alla fonte (così l’Onpi come la ricordata Gescal).

Non solo. A un’entrata formalmente finalizzata a uno scopo preciso
(in questo caso, l’assistenza ai pensionati bisognosi), corrisponde, di fatto, la mancata destinazione specifica. È il caso, tanto per fare un altro efficace esempio, anche della famigerata sovrattassa sulla Tarsu pagata dai contribuenti a pro delle Province, balzello occulto deliberato da ciascuna Provincia come addizionale a proprio favore sul tributo comunale per i rifiuti e quasi ovunque arrivata al tetto del 5% di legge. Formalmente tale tributo dovrebbe servire per le funzioni ecologiche pretesamente o realmente svolte dalle Province; di fatto, costituisce una pura entrata senza alcun vincolo di destinazione.

Pensare di riuscire a sopprimere il contributo ex Onpi è irrealistico.

Non ci sono riusciti i comunisti italiani, con un emendamento presentato dal deputato Pino Sgobio ad una delega sulle pensioni, nel luglio 2004. E il tentativo di Foti è cozzato contro una risposta anodina e inconsistente del sottosegretario Alberto Brambilla, il quale si è limitato a ribadire la sussistenza dell’obbligo del contributo per un ente dissolto da decenni.

Giustamente Foti ha definito “grottesca la soppressione di un ente e la contemporanea persistente operatività del contributo destinato a tale ente”.

Infine, un’annotazione sul federalismo così in voga. È sconcertante
che di tanti che latrano a favore del federalismo, anche fiscale, nessuno si occupi di un balzello come quello pro Onpi che viene riscosso in tutte le Regioni pur andando a favorire solo alcune plaghe italiane.

Da L’Opinione, 14 dic. 2005
Di Marco Bertoncini

HAcker a vita Aprile 12, 2008 alle 15:09

vista la bella faccia di cazzo che hai (tipico profilo di forzaitaliotaleccaculodisilvioberlusconi), non mi meraviglio se per te la telecom continua a rubare soldi senza dare quello che promette e dovrebbe (come a dire: tra ladri ci si capisce e ci si difende).
firmato : Hacker a vita

caterina Giugno 29, 2008 alle 15:55

ho sentito parlare in televisione che ci vogliono non so quante firme
per eliminare il canone telecom.sapete darmi notizie in merito ?.Grazie.

enzo carubia Luglio 7, 2008 alle 10:22

Anch’io un commento su Codancons. Il paradosso sta sul fatto che per contattare codancons bisogna chiamare un numero che comincia con 899. Bisogna fare intervenire qualche altra associazione consuamtori contro il caro bollette 899.

enzo carubia Luglio 7, 2008 alle 10:36

correggo il precedente commento.Non si tratta di numerazione 899 ma di numerazione 892. (la sostanza non cambia,visto il costo, ma mi sebra corretto rettificare.Cordiali saluti

Alessandro Luglio 18, 2008 alle 11:40

Perchè far pagare il canone? Telecom mi offre un servizio che per essere espletato necessita di una linea fisica (la rete telefonica) dunque non devo di certo essere io a ripagare questa linea ma telecom che se ha deciso di fare questo tipo di servizio deve anche “comprarsi gli attrezzi” per farlo. Cioè se io faccio l’elettricista non chiedo mica ai miei clienti di pagarmi un canone per comprarmi i cacciaviti o le forbici!! Certo non dico che deve farlo gratis ma almeno non si inventino certe cose come il canone, ad esempio mettere gli scatti più cari (con tutto ciò che ne deriva). Ma…

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